Operatrice sanitaria morta a 42 anni per il Covid

La donna lascia il marito e una figlia. Altre sei vittime. Vaccino anti-Covid, ’sondaggio’ dell’Ausl sul personale

I nuovi dati sui tamponi

I nuovi dati sui tamponi

Imola, 18 dicembre 2020 - Crescono in maniera netta, almeno nelle ultime 24 ore, i contagi da Covid nel circondario. E, purtroppo, si contano altri morti, fra cui una operatrice socio sanitaria di soli 42 anni. I nuovi casi positivi sono ben 131 (dei quali 93 asintomatici) registrati ieri dall’Ausl su 754 tamponi molecolari e 179 test antigenici rapidi effettuati. Uno scostamento che fa impressione, visto che martedì e mercoledì ci si era fermati rispettivamente a quota 37 e 31 contagi, al quale bisognerà guardare con attenzione nei prossimi giorni. L’oscillazione potrebbe però celare anche una ritrovata capacità dell’Azienda sanitaria nel tracciare i contatti: 92 casi sono infatti stati individuati procedendo a ritroso lungo la linea dei contagi. Inoltre, 20 persone erano già in isolamento al momento del tampone e 48 nuovi casi sono riconducibili a focolai già noti. Alto, ma inferiore a quello del giorno prima, il numero dei guariti: 92.

AGGIORNAMENTO Oss morta di Covid: l’ospedale di Imola piange la sua Manu Non si ferma purtroppo la conta delle vittime: sei i decessi, comunicati ieri dall’Ausl, quattro donne e due uomini. Due donne di Castel San Pietro, una di 88 anni residente a Bologna ma domiciliata in una casa di riposo e una di 89 anni; una di Imola di 86 anni ospite della Cra Venturini; una donna di 78 anni di Castel del Rio; un uomo di 94 anni di Castel San Pietro e uno di 89 anni di Imola. Da aggiungere ai sei decessi resi noti dall’Ausl anche la morte (non ancora ufficializzata dall’Azienda) di un’operatrice socio-sanitaria dell’ospedale, di soli 42 anni. Lascia marito e figlia; era stata contagiata nel focolaio del 6° piano.

Salgono così a 4.751 i casi di positività totali dall’inizio dell’emergenza a oggi, mentre sono 1.225 quelli attivi in questi momento. Sul fronte dei ricoveri, 61 le persone nei reparti internistici del Santa Maria della Scaletta, 6 nell’Emergency care unit, 15 nell’ospedale di comunità di Castel San Pietro. In terapia intensiva, a Bologna, rimangono 5 i ricoverati del circondario. La luce in fondo al tunnel è rappresentata dall’ormai imminente arrivo del vaccino. In questi giorni, l’Ausl ha invitato tutto il personale sanitario a segnalare attraverso un modulo ad hoc da compilare entro il 22 dicembre l’intenzione di immunizzarsi contro il Sars-Cov-2. L’obiettivo dell’Azienda sanitaria in questa fase è quello di "programmare le agende di prenotazione e il trasporto" del siero anti-Covid. "Promuoveremo la vaccinazione tra i nostri iscritti e speriamo che ci sia un’adesione massiccia – afferma Giuseppe Rago, segretario della Uil Fpl –. Non possiamo permettere che il personale sanitario, già oggi duramente colpito e messo in difficoltà dalla pandemia, venga investito dalla terza ondata". Non pare infatti esserci alcun problema di disponibilità di vaccini all’orizzonte. Come confermato anche ieri sera in Consiglio comunale dal sindaco Marco Panieri, sono circa 5mila le dosi destinate al circondario, un numero nel quale il totale dei professionisti della sanità pubblica rientra ampiamente. Oltre a medici, infermieri e oss, il vaccino riguarderà in prima battuta gli ospiti delle case residenze anziani. La Regione ha annunciato ieri che si partirà a gennaio. E che l’Ausl di Imola avrà un proprio centro vaccinale autonomo rispetto a quello di Bologna, mentre agli ospiti delle Cra verrà somministrato il siero a domicilio.