Polizia locale, gestione associata nel mirino del centrodestra

Migration

La "rivoluzione organizzativa" della polizia locale, che partirà dal 1° gennaio 2023 con il rientro di Mordano e Castel Guelfo nella gestione associata del servizio al quale aderiscono oggi nove amministrazioni del Circondario su dieci (tutte tranne Castel San Pietro), "è un bluff". Ne è convinto il leghista Simone Carapia, secondo il quale "basta guardare i numeri e confrontarli con la situazione pre-servizio al Circondario" del Comune di Imola per "rendersene conto".

A tutt’oggi l’esponente del Carroccio calcola infatti 29 agenti e tre ispettori, contro i 44 e dieci di qualche tempo fa.

"Come faranno a gestire gli uffici, il centralino e garantire tre turni di pattuglia, considerando ferie e malattie? – domanda Carapia – . Si riempiono la bocca di nuova gestione organizzativa e gestionale, ma nella sostanza parliamo veramente di niente, un vero e proprio film già visto. Per un Comune di 70mila abitanti la legge regionale prevede un agente ogni mille abitanti, quindi un organico di 70 unità. Va bene limare, ma 32 in totale è insostenibile impraticabile! E fa sorridere che con questi numeri e l’aumento del territorio (Mordano e Castel Guelfo) si parli di nuova gestione economica e finanziaria della Polizia locale del territorio".

Insomma, secondo il leghista la situazione è destinata a peggiorare. Soprattutto per quanto riguarda Imola. E questo nonostante il corpo unico a partire dal 1° gennaio sarà formato da 74 agenti e potrà accedere ai contributi regionali stimati in circa 60mila euro annui in più rispetto al previsto.

"Qui qualcuno non la racconta giusta – attacca Carapia –, ma sta alla politica assumersi le proprie responsabilità e verificare se un servizio può andare avanti ed essere efficace ed efficiente al territorio. Con questa nuovavecchia gestione è inevitabile che crollerà tutto in tempi brevissimi". Ma la "questione clamorosa" secondo il leghista è che "il personale ha imparato tutto dai giornali. Non è stato comunicato niente a nessuno – aggiunge il consigliere comunale di opposizione –. E chi lavora nel servizio viene trattato come un numero o pedina da piazzare qua e là per coprire buchi, anziché venire formati, valorizzati e gratificati per un servizio fondamentale per la comunità".