Ristorante allagato dal Santerno "Noi però non ci arrendiamo Lavoriamo per ripartire subito"

La desolazione del titolare del Lago di Riviera: "Ho buttato quello che non poteva essere riparato. I danni sono ingenti: di solito non chiedo aiuti, ma per riaprire stavolta non ce la posso fare da solo".

Ristorante allagato dal Santerno  "Noi però non ci arrendiamo  Lavoriamo per ripartire subito"

Ristorante allagato dal Santerno "Noi però non ci arrendiamo Lavoriamo per ripartire subito"

A meno di due anni dall’inaugurazione il bar ristorante ‘Giù al lago di Riviera’, in via Chiusa a Borgo Tossignano, lotta per sopravvivere. Un’oasi di pace e relax, in mezzo al verde, affacciata su due bacini per la pesca sportiva con carpe, trote e pesci gatto. Ma anche il luogo ideale per gustare deliziosi manicaretti fatti in casa. Un sogno trasformato in incubo dal maltempo che ha colpito in pieno la vallata del Santerno con esondazioni, frane e smottamenti.

"Quei lunghi giorni di pioggia mi avevano messo addosso una grande agitazione – apre i cassetti della memoria il gestore Donato Silvano –. Stormi di rondini in volo sui laghetti che non lasciavano presagire a nulla di buono. Poi quello strano gorgoglio nel bagno della mia casetta mobile posizionata a fianco del ristorante". Il preludio al dramma: "Il Santerno era straripato più a monte ma la corrente, a cascata, è giunta con rapidità nella zona – continua –. Giusto il tempo di afferrare il mio cane, raccogliere qualche oggetto e sistemare il più in alto possibile il registratore di cassa. Mi sono infilato le scarpe con l’acqua già bella alta. In alcuni punti del ristorante ha raggiunto anche i due metri". Il viaggio verso Imola per trovare rifugio nell’abitazione della compagna Jenny. "Ogni giorno ho fatto la spola nella speranza che le cose si potessero sistemare, ma solo dopo una settimana i militari dell’Esercito e i vigili del fuoco hanno riportato gli ambienti all’asciutto – aggiunge Silvano –. Abbiamo iniziato a pulire ma è un vero inferno. Il fango ha inghiottito attrezzature, arredi ed elettrodomestici: frigo, abbattitori, lavatrici, lavastoviglie e perfino l’impianto per spillare le bevande in comodato d’uso. Le cose rotte le ho buttate, mentre per tutte le altre spero in un mezzo miracolo".

Ma davanti alla desolazione c’è anche il tempo per qualche ringraziamento. "Al sindaco Mauro Ghini per il tempestivo intervento, è stato sempre al nostro fianco – sottolinea il gestore –. Tutto il personale impegnato nelle operazioni di ripristino tra pompe e scavi che hanno fatto defluire in modo naturale l’acqua. E poi la gente che, tramite messaggi e chiamate, ci ha dimostrato la propria vicinanza". Missione ripartire. "È una lotta ma voglio affrontarla a testa alta. I danni sono ingenti e così si rischia di stroncare un’attività sul nascere – conclude Silvano –. Non è nella mia indole chiedere aiuto ma da solo, questa volta, non ce la posso fare. Ho attivato una campagna di raccolta fondi per la ricostruzione (tutte le info sono sulla pagina Facebook del locale, ndr). Le catastrofi, quando non le tocchi con mano, sembrano sempre così lontane. D’ora in poi sarò più sensibile anche a quello che accade a chilometri di distanza da qui".

Mattia Grandi