Tre su tre. En plein di medaglie (due ori e un bronzo) alle Paralimpiadi di Parigi per gli ex pazienti di Montecatone impegnati in varie discipline. Risultati eccezionali che dimostrano l’efficacia del percorso riabilitativo dell’istituto cittadino e l’importanza dello sport come strumento di reinserimento sociale e miglioramento della qualità della vita. Medaglia d’oro per Stefano Travisani, ex paziente di Montecatone nonché cittadino onorario di Dozza, come raccontato ieri. Assieme a Elisabetta Mijno, il 38enne padovano ha vinto il titolo nel torneo di tiro con l’arco a squadre nella specialità dell’arco ricurvo (il tipo di arco più usato nelle competizioni internazionali, anche detto ‘olimpico’ perché è quello usato alle Olimpiadi). Mijno e Travisani hanno battuto in finale la coppia turca formata da Merve Nur Eroglu e Sadik Savas.
Oro, ma in questo caso nel tennistavolo, anche per Giada Rossi. La 30enne friulana era sfavorita sulla carta poiché opposta alla cinese la cinese Liu Jing, reduce da quattro successi consecutivi alle ultime quattro Paralimpiadi. Aveva detto che sarebbe scesa in campo in campo per dare il tutto per tutto, fino all’ultimo punto, e così è stato. Vittoria netta con 3 set a 0, con l’ultima frazione di gioco davvero combattuta.
"Sono veramente tanto felice e orgogliosa per me e per tutte le persone che hanno lavorato con me negli anni – il commento di Rossi –. Non realizzo ancora quello che ho fatto, ma so che è successo".
Sempre nel tennistavolo, bronzo per Carlotta Ragazzini, 23enne di Faenza. Altra ex paziente di Montecatone, si è avvicinata a questo sport proprio durante il ricovero sulle colline imolesi, dopo aver sentito il rumore della pallina proveniente dal terzo piano della struttura, dove si tenevano le attività ricreative. Si è incuriosita e ha deciso di provare.
"Siamo estremamente orgogliosi dei traguardi raggiunti dai nostri ex pazienti – commenta il commissario straordinario di Montecatone, Mario Tubertini –. Questi successi non solo testimoniano la loro straordinaria determinazione, ma sottolineano anche l’importanza di un approccio riabilitativo completo che includa l’attività sportiva".