Imola, servono 15 anni per rendere le scuole più sicure

L’assessore Minorchio: "Edifici vecchi, non bastano i lavori estivi"

L'assessore Minorchio

L'assessore Minorchio

Imola, 31 ottobre 2018 - Quindici anni di lavori per rendere tutte le scuole imolesi sufficientemente sicure in caso di terremoto. E’ la finestra temporale indicata da Massimiliano Minorchio, assessore con deleghe all’Edilizia e ai Lavori pubblici, alla commissione consiliare competente per fare il punto sulla situazione degli istituti cittadini. Va detto subito che la normativa in materia non è univoca. E che di fatto in Italia si legifera dopo le calamità come quelle L’Aquila (2009) o l’Emilia (2012). Minorchio, comunque, inquadra così la questione: «Per intervenire su un edificio scolastico dal punto di vista sismico, sono possibili due tipi di azioni: il miglioramento, sul quale dobbiamo puntare, e l’adeguamento, impossibile da ottenere con le strutture attuali».

Anche nel caso di miglioramento sismico, di problemi ce ne sono però diversi. «Parliamo di interventi che non si risolvono nel solo periodo estivo, da maggio a settembre», ricorda infatti l’assessore. Ecco perché, nella parole di Minorchio, il tema della programmazione diventa «molto complesso. Non è tanto un problema di avere i soldi o di poter contare su progetti fatti in modo da renderli cantierabili – assicura l’assessore –. Ma il vero nodo da sciogliere è dove mettere gli studenti in caso di lavori che possono durare anche un anno o un anno e mezzo».

In questa ottica, «ci siamo incontrati con Area Blu – fa sapere Minorchio – e abbiamo valutato soluzioni per programmare un piano realistico non a 5 anni, ma a 15. Perché se abbiamo 32 plessi scolastici, di cui 80% è sotto lo 0,6 (una soglia di vulnerabilità sismica ritenuta accettabile, ndr), non possiamo fare tutto in 5 anni o qualcosa di simile». Insomma, al netto dei tanti ostacoli, la strada pare tracciata. E la volontà di percorrerla, come del resto fatto dalla precedente amministrazione pur nel quadro delle difficoltà di cui sopra, pare esserci.

«Si può ipotizzare di costruire una nuova scuola in cui spostare gli studenti degli istituti oggetto di interventi – abbozza l’assessore –. Ma il tema, a livello nazionale, non è risolto: non c’è un piano su come adeguare le scuole nella realtà». Sul piano locale, «abbiamo edifici vecchi, quelli nuovi sono solo una piccola parte. E quindi dobbiamo studiare strategie che possano permetterci di risolvere un problema difficile – conclude Minorchio –. Intervenire dal punto di vista strutturale su un edificio esistente, per renderlo sismicamente sicuro, è complicato. Sono lavori fortemente invasivi che non si fermano nel consolidare due muri con un po’ di iniezioni. Non è quello che garantisce una sicurezza reale».