"Sorvolare la città, un motivo d’orgoglio"

Il comandante delle Frecce Tricolori, Gaetano Farina: "Fieri di rappresentare la nostra Nazione su un palcoscenico di tale importanza"

Migration

di Gabriele Tassi

Pennellate d’Italia nel cielo e un sound da rombo di tuono. Scaldano i motori le monoposto ma anche gli aerei Mb339 Pan delle Frecce tricolori, la pattuglia acrobatica dell’Aeronautica, pronta a un ritorno in grande stile sul Santerno, 41 anni dopo il passaggio da cartolina sul Gran Premio d’Italia del 1980. Un nuovo matrimonio con la città fortemente voluto dal sindaco Marco Panieri, autore di una ’letterina’ ai vertici dell’Aeronautica Militare in cui chiedeva la possibilità di avere le Frecce Tricolori per il sorvolo della griglia di partenza del Gran Premio di F1. E il sogno è realtà visto che dopo l’inno la pattuglia comandata dal Tenente colonnello Gaetano Farina (nella foto) sorvolerà il rettilineo, lasciandosi dietro una lunga scia tricolore intorno alle 15.

Comandante Farina, un concentrato di patriottismo in un anno così difficile, ci farà bene.

"Per noi è sempre un motivo di grande orgoglio rappresentare la Nazione sui palcoscenici mondiali. Da quando sono nate le Frecce Tricolori, la loro missione è sempre stata quela di portare alta la nostra bandiera. E in questo caso, un Gp internazionale, una gara che ha fra le sue denominazioni il ’Made in Italy’ è lo scenario perfetto".

Domenica tutti con il naso all’insù quindi. Cosa ci state preparando?

"Sarà uno dei nostri sorvoli in formazione ’Alona’, quella a ’v’ per intenderci pensata per i momenti sportivi e istituzionali più importanti. Ovviamente il tricolore non mancherà".

Come si preparano i piloti a un’esibizione del genere?

"Il difficile, più che nelle manovre, sta nella tempistica. Il passggio avverrà infatti dopo la cerimonia in pista. Dovremo a quel punto essere bravi a coordinarci per un sorvolo nell’attimo giusto, alla fine dell’inno di Mameli".

Dietro c’è sicuramente tanto allenamento.

"L’addestramento dei piloti è quotidiano, inoltre, già da venerdì inizieremo le prove, evitando di interferire con le qualifiche delle auto".

L’ultima volta sul Santerno fu per voi nel 1980. Cos’è cambiato da allora?

"Praticamente tutto: dagli aerei alla tecnologia al terreno. Domenica bisognerà fare attenzione al meteo e alla nuvolosità, che possono influire sull’altezza da terra degli aerei e rendere meno visibile le scie colorate. Lo spirito delle Frecce però è rimasto lo stesso in tutti i suoi 60 anni di vita (festeggiati lo scorso marzo, ndr); per questo sorvoleremo la città consapevoli di una storia che lega Imola e l’Aeronautica".

Valori, tecnologia, competenze e capacità di fare squadra poi vi avvicinano molto al mondo della Formula 1.

"Ma c’è di più, anche un pezzo di storia è in comune, alla base aerea di Rivolto (sede delle Frecce, ndr), in provincia di Udine, giunsero i primi sei velivoli F-86E “Sabre”, che indossavano la livrea della pattuglia del ’Cavallino Rampante’, con l’emblema dell’asso Francesco Baracca (simbolo ceduto dalla contessa Paolina, madre di Baracca direttamente a Enzo Ferrari per la casa automobilistica di Maranello). Inoltre il nostro nome radio è ’Pony’, derivato proprio da quel cavallino che tanto ha fatto appassionare gli amanti dei motori e che dà il nome al circuito".