Dimissioni sindaco Imola, al voto nel 2020 con rischio di rissa

Il Pd sente aria di rivincita. La Lega guiderà il centrodestra nell’eterna caccia al nome giusto. Candidature dopo le regionali

Per il dopo Sangiorgi, i nomi in lizza restano difficili da individuare

Per il dopo Sangiorgi, i nomi in lizza restano difficili da individuare

Imola, 30 ottobre 2019 - Le lancette mancanti dell’Orologio del Comune, pure lui reduce da un periodo complicato, rappresentano al meglio la situazione. E’ l’ora zero. Tutto fermo, ma tutto destinato a rimettersi presto in moto. Se però nel caso dei quadranti del Municipio l’appuntamento è a fine anno, per gli sviluppi della situazione politica locale, con il voto per le amministrative atteso in primavera, la sensazione è che si debba aspettare le Regionali di gennaio. Il toto-candidature dopo le dimissioni del sindaco Manuela Sangiorgi (video), in chiave imolese, è evidentemente prematuro.

Manuela Sangiorgi (Serra)
Manuela Sangiorgi (Serra)

Eppure, anche se sembra passata una vita, alle urne per le comunali si è andato poco più di un anno fa. Dunque è da lì che si deve ripartire per provare a immaginare cosa potrà accadere nei prossimi mesi. Inevitabile iniziare dal centrosinistra, che a giugno 2018 dopo 73 anni di governo ha ceduto le chiavi della città al M5s. E che oggi fiuta la rivincita.

Un anno e passa fa, prima che la coalizione convergesse sulla civica Carmen Cappello, tra gli esponenti del Pd in corsa ce n’erano due che, fino a ieri, sedevano in consiglio comunale: Fabrizio Castellari e Marco Panieri. Quest’ultimo, oggi anche segretario territoriale del partito, dopo aver fatto un passo di lato nel 2018 si sente probabilmente pronto a correre per la fascia tricolore. Una sfida che però potrebbe voler raccogliere anche Castellari, che dalla sua ha l’esperienza: merce preziosa, dopo il flop grillino.

E la Cappello? La scorsa estate si pensava non entrasse nemmeno in consiglio. Per esserci, ha invece lasciato il posto nel Cda di Acer in modo da evitare possibili incompatibilità; e in questi mesi si è fatta prendere dall’avventura in politica battendo spesso a segno dagli scomodi banchi dell’opposizione. Ecco perché ritenerla oggi fuori da giochi sarebbe un errore. Insomma, il rischio di avere più aspiranti sindaci di centrosinistra (come già accaduto nel 2018) è dietro l’angolo.

In casa centrodestra , dopo il passaggio di Nicolas Vacchi da Forza Italia a Fratelli d’Italia, i berlusconiani devono riorganizzarsi. Ma stavolta la voce grossa la farà la Lega. Eterno problema, per chi qui è da una vita all’opposizione, quello di trovare candidati spendibili. I due alfieri del Carroccio più papabili, Simone Carapia e Daniele Marchetti, al momento contano infatti di iscriversi alla corsa per le Regionali. Poi chissà. Infine, il M5s. Una volta metabolizzato il fallimento ripartiranno da zero. A guidare il Movimento imolese 2.0 saranno, tra gli altri, Fabrizio Favilli e Maurizio Lelli. Ma in questi giorni si è rivisto anche Gabriele Betti.