Imola, 30 ottobre 2019 - Le lancette mancanti dell’Orologio del Comune, pure lui reduce da un periodo complicato, rappresentano al meglio la situazione. E’ l’ora zero. Tutto fermo, ma tutto destinato a rimettersi presto in moto. Se però nel caso dei quadranti del Municipio l’appuntamento è a fine anno, per gli sviluppi della situazione politica locale, con il voto per le amministrative atteso in primavera, la sensazione è che si debba aspettare le Regionali di gennaio. Il toto-candidature dopo le dimissioni del sindaco Manuela Sangiorgi (video), in chiave imolese, è evidentemente prematuro.
Eppure, anche se sembra passata una vita, alle urne per le comunali si è andato poco più di un anno fa. Dunque è da lì che si deve ripartire per provare a immaginare cosa potrà accadere nei prossimi mesi. Inevitabile iniziare dal centrosinistra, che a giugno 2018 dopo 73 anni di governo ha ceduto le chiavi della città al M5s. E che oggi fiuta la rivincita.
Un anno e passa fa, prima che la coalizione convergesse sulla civica Carmen Cappello, tra gli esponenti del Pd in corsa ce n’erano due che, fino a ieri, sedevano in consiglio comunale: Fabrizio Castellari e Marco Panieri. Quest’ultimo, oggi anche segretario territoriale del partito, dopo aver fatto un passo di lato nel 2018 si sente probabilmente pronto a correre per la fascia tricolore. Una sfida che però potrebbe voler raccogliere anche Castellari, che dalla sua ha l’esperienza: merce preziosa, dopo il flop grillino.
E la Cappello? La scorsa estate si pensava non entrasse nemmeno in consiglio. Per esserci, ha invece lasciato il posto nel Cda di Acer in modo da evitare possibili incompatibilità; e in questi mesi si è fatta prendere dall’avventura in politica battendo spesso a segno dagli scomodi banchi dell’opposizione. Ecco perché ritenerla oggi fuori da giochi sarebbe un errore. Insomma, il rischio di avere più aspiranti sindaci di centrosinistra (come già accaduto nel 2018) è dietro l’angolo.
In casa centrodestra , dopo il passaggio di Nicolas Vacchi da Forza Italia a Fratelli d’Italia, i berlusconiani devono riorganizzarsi. Ma stavolta la voce grossa la farà la Lega. Eterno problema, per chi qui è da una vita all’opposizione, quello di trovare candidati spendibili. I due alfieri del Carroccio più papabili, Simone Carapia e Daniele Marchetti, al momento contano infatti di iscriversi alla corsa per le Regionali. Poi chissà. Infine, il M5s. Una volta metabolizzato il fallimento ripartiranno da zero. A guidare il Movimento imolese 2.0 saranno, tra gli altri, Fabrizio Favilli e Maurizio Lelli. Ma in questi giorni si è rivisto anche Gabriele Betti.