CHIARA GABRIELLI
Macerata

Macerata, chiude il bar Campo dei Pini: "Se ne va un pezzo di storia"

Viale Martiri della Libertà, il titolare Andrea Ciccioli: "Ho resistito finché ho potuto, ma la crisi non mi ha lasciato scampo"

Andrea Ciccioli mostra le licenze storiche del bar del Campo dei Pini (foto Calavita)

Andrea Ciccioli mostra le licenze storiche del bar del Campo dei Pini (foto Calavita)

Macerata, 24 febbraio 2023 – Per la città è un pezzo di storia che se ne va, per Andrea Ciccioli che qui dentro ci è nato, è l’addio a una vita intera dietro questo bancone: chiude i battenti il bar del Campo dei Pini, allo stadio dello Vittoria. La crisi non ha risparmiato l'attività, vittima dapprima del terremoto del 2016, con il trasloco degli alunni della Dante Alighieri per inagibilità della struttura in un’altra zona (alle ex Casermette), poi dei lavori ai marciapiedi in viale Martiri della Libertà, della pandemia e dei suoi lockdown, dell’aumento delle materie prime e dei prezzi delle bollette saliti alle stelle, fino al trasferimento della sede Avis da via Calabresi (dietro al Campo dei Pini) a via Ghino Valenti. Dulcis in fundo, i lavori iniziati di recente e in corso allo stadio, che al momento è quindi inutilizzabile.

A raccontarlo, con le lacrime agli occhi, è il titolare Andrea Ciccioli, fuori dal locale. La saracinesca è abbassata da qualche giorno, in tanti si fermano a salutare: "Ci dispiace tanto, per noi se ne va un punto di riferimento della zona”, le voci del quartiere. Non era solo un bar, ma il luogo di incontro di intere generazioni: aperto nel marzo del 1979 dal papà di Andrea, Vittorio, ha accolto gruppi di ragazzi, decennio dopo decennio, che si trovavano per giocare nel parco, stare insieme ma anche per allenarsi. Per molti maceratesi è stato il luogo dei primi amori, il primo bacio, la prima sigaretta, la prima partita vista al bar con gli amici, le nuove amicizie nate sulle gradinate mentre si guardavano gli allenamenti.

C’è tutto questo nei ricordi di chi passa e si ferma a guardare la saracinesca tirata giù: "Lavoro qui da quando ho 18 anni – spiega Ciccioli –, ma si può dire che nel bar ci sono nato, anche da piccolo stavo sempre qui, dietro al bancone c’era la mia famiglia. Ancora non mi rendo bene conto, ancora non mi sembra vero. Eppure, eccomi qui, il bar è chiuso e io sto cercando un altro lavoro. Ho resistito finché ho potuto. Il dispiacere è immenso, non solo per me e la mia famiglia ma anche per i clienti storici, c’è qualcuno che viene qui da 40 anni. Questa crisi ci ha tagliato le gambe, se guardiamo al nostro quartiere poi dal sisma in avanti è stato sempre peggio”.

La licenza è in vendita. L'auspicio dei residenti è che l'attività possa tornare presto a vivere. “Questo sta diventando un quartiere fantasma, spesso dopo le 18 non circola più nessuno. La pandemia ha cambiato le abitudini e rimesso tutto in discussione. La speranza ora è che quando finiranno i lavori allo stadio il bar possa riaprire e questa zona ripopolarsi”.