Abbattimento chiosco, Cristini: "Si sacrifica un’opera di valore"

"Per giudicare un’architettura bisogna fare un lavoro di contestualizzazione e poi giudicare anche dal punto di vista della funzionalità". L’architetto Luca Maria Cristini torna sull’argomento del chiosco dei giardini Coletti di San Severino per fare delle precisazioni. Primo fra tutte che "mai ho avuto la pretesa di dire che si tratti di un monumento eccellente. L’ingegnere Luigi Cona (che ha realizzato il manufatto, ndr) ebbe la brillante intuizione di fondere e contaminare elementi strutturali moderni con le tecniche costruttive antiche. La ricetta è stata desunta sicuramente dal codice progettuale razionalista, nella declinazione legata a De Stijl e alla derivata maniera progettuale di Mies Van Der Rohe. I riferimenti sono alti ma Cona in questa costruzione ha dimostrato di conoscerli e di saper trarre da loro ispirazione. Vorrei segnalare anche l’arguta citazione del Modulor di Le Corbusier che si ritrova in quelle figure umane intagliate nella muratura, una delle quali addirittura passante. Del chiosco colpisce la pianta, fatta di setti separati attraverso i quali si apre l’ampia vetrata tipica del razionalismo architettonico. Al di sopra spicca un solaio in calcestruzzo armato a spessore variabile, profilato secondo la linea degli sforzi, sulla scia di Pierluigi Nervi. Queste innovazioni tecnologiche si fondono a meraviglia con una messa in opera a mosaico dei maschi murari, eseguiti con maestria dal capomastro. Sarebbe oggi impossibile pensare di poter realizzare un apparecchio murario così elaborato". In merito alla funzionalità, secondo Cristini "esercita in maniera egregia la sua funzione di chiosco. Un eventuale ampliamento potrebbe essere eseguito sul retro. Ai posteri il giudizio sull’inutile sacrificio di qualcosa di valore per molti, in nome dell’irrefrenabile narcisismo di qualcuno".

Gaia Gennaretti