Abusi su due cuginette: condannato a 10 anni

L’incubo era cominciato quando le piccole avevano appena cinque anni. In Cassazione il ricorso del 70enne maceratese è stato dichiarato inammissibile

L’esterno del palazzo in cui ha sede la Corte di Cassazione a Roma (foto d’archivio)

L’esterno del palazzo in cui ha sede la Corte di Cassazione a Roma (foto d’archivio)

Macerata, 9 marzo 2024 - Abusò di due cuginette da quando avevano cinque anni, approfittando del fatto che gli venissero affidate perché se ne prendesse cura. Per questo un 70enne maceratese è stato condannato a dieci anni di reclusione e ora, dopo che la Cassazione ha respinto il ricorso dell’uomo, la sentenza è definitiva. "La sentenza, arrivata proprio nella giornata della donna, chiude una pagina tremenda del passato per le vittime – ha commentato l’avvocato Alessandro Marcolini, che ha assistito i familiari delle cuginette con la collega Simona Nasso –. Spero solo che ora abbiano la forza per andare avanti serenamente come meritano". Le bambine erano nipoti della compagna del 70enne, e figlie di amici dell’uomo. In virtù di questi rapporti parentali e amicali, spesso accadeva che a lui fossero affidate le piccole. Ma dal 2007, l’uomo aveva iniziato a molestarle.

I fatti emersero solo nove anni più tardi. Una delle due, ormai adolescente, in seguito a un brutto episodio avvenuto nella sua scuola aveva deciso di rivelare finalmente cosa le era accaduto fin da quando era piccola. Aveva raccontato che il compagno della zia, quando lei veniva lasciata con lui, la molestava, arrivando a tentare di avere un rapporto completo con lei. Le sue parole erano esplose come una bomba in famiglia. Ed era così che anche la cugina, di un anno più grande, aveva trovato il coraggio di dire che, in quegli anni, aveva subito le stesse molestie da parte dell’anziano: devastata dalla vergogna, non era mai riuscita a confidarsi né a chiedere aiuto, ma sentendo la cugina anche lei aveva trovato la forza di accusare lo zio. Entrambe erano state sentite con l’incidente probatorio, e avevano confermato le accuse con dichiarazioni, a detta dei consulenti, del tutto attendibili. L’imputato invece, da parte sua, aveva negato tutto, assicurando di non aver mai fatto nulla di male alle piccole, di averle sempre trattate con affetto, dicendosi anche molto amareggiato per quelle accuse così pesanti e offensive: le denunce, aveva detto, erano dovute ad altre questioni tra lui e le famiglie coinvolte, ma le molestie non c’erano mai state. In tribunale, difeso dall’avvocato Olindo Dionisi, l’uomo aveva chiesto il processo con il rito abbreviato ed era stato condannato a dieci anni di reclusione. In appello, la sentenza era stata confermata in pieno. Il maceratese allora si è rivolto alla Corte di Cassazione, ma anche in questo caso il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

"Voglio ringraziare la procura di Macerata, per le indagini accuratissime, e il tribunale di Macerata e di Ancona, per aver concluso in brevissimo tempo l’iter processuale – ha commentato l’avvocato Alessandro Marcolini –. Non posso dire che sia finito un incubo, ma almeno le vittime hanno avuto una sorta di giustizia. Le indagini su questa vicenda sono state fatte in modo capillare, non è sfuggita una virgola, è stato un lavoro enorme. Il fatto che la decisione della Cassazione sia stata comunicata proprio l’8 Marzo, nella giornata della donna, sia di monito".