"Accessi immotivati alla banca dati dell’Arma"

Sotto processo un ex maresciallo in servizio a Pioraco. "Aveva fatto anche ricerche per un’amica su un uomo conosciuto in chat"

"Accessi immotivati alla banca dati dell’Arma"

"Accessi immotivati alla banca dati dell’Arma"

di Paola Pagnanelli

Una serie di accessi immotivati alla banca dati delle forze dell’ordine: per questo è sotto processo Marco Conforti, 55enne ex maresciallo in servizio a Pioraco e residente a Castelraimondo, imputato del reato di accesso abusivo a un sistema informatico. Ma lui respinge ogni accusa e assicura di essersi comportato con la massima correttezza. I fatti da chiarire sarebbero avvenuti tra il 2017 e il 2018. In circa 25 occasioni, utilizzando le credenziali fornitegli per motivi di servizio, il militare avrebbe interpellato lo Sdi, lo schedario informatico interforze, in merito a persone su cui non erano in corso indagini, estranee alle ragioni di servizio, persino in periodi in cui non lavorava perché convalescente: in molti casi, il maresciallo avrebbe fatto accertamenti inserendo nel sistema il nome della moglie, per vedere ad esempio se fosse stata controllata da qualche pattuglia durante i servizi su strada; più volte avrebbe controllato le informazioni schedate su una romena; poi ci sarebbero diversi altri accessi, fatti al sistema sempre con le sue credenziali, relativi a soggetti su cui non era in corso alcuna indagine. In particolare, da quanto emerso, su richiesta di una conoscente il militare avrebbe fatto ricerche sul nominativo di un uomo che lei aveva conosciuto in una chat di incontri; la ricerca sarebbe stata poi ripetuta con il nome corretto, quando lei aveva scoperto che il nome registrato in chat non era quello vero del tizio. Ma nel 2018, nel corso di un controllo sull’utilizzo dello Sdi, il comandante della Compagnia di Camerino, all’epoca era il capitano Cara, avrebbe rilevato questa serie di utilizzi non giustificati da parte del maresciallo, e così sarebbero partiti gli accertamenti. Alla fine delle indagini, il militare è finito sotto processo con l’accusa di un ricorso illecito alla banca dati delle forze dell’ordine. Dopo aver sentito i vari testimoni nel corso delle precedenti udienze, ieri mattina in tribunale a Macerata il pubblico ministero Vincenzo Carusi ha sentito la versione dell’imputato che, difeso dall’avvocato Marta Mangeli, ha dato varie spiegazioni a quegli accessi, dicendo ad esempio che alcuni erano su persone che aveva visto in giro e gli erano sembrate sospette, e negando comunque di aver fatto verifiche per la conoscente e il suo amico. Non ha saputo spiegare come mai non avesse mai fatto una nota di servizio per spiegare cosa stesse cercando e che indagini stesse facendo, ma ha assicurato di non aver violato la legge. Il giudice Daniela Bellesi ha dunque rinviato il processo, per gli ultimi testimoni e poi la sentenza sulla vicenda. L’imputato ora è in congedo.