Ai domiciliari dopo la lite Trovato impiccato in casa

Choc a Treia, il corpo del 35enne è stato scoperto dagli assistenti sociali. Giovedì sera l’uomo era stato arrestato per un violento litigio con la compagna

Migration

di Paola Pagnanelli

Ieri mattina è stato trovato senza vita il corpo di un iraniano, che era stato messo ai domiciliari la sera prima dopo un litigio violento in casa. Epilogo tragico per una situazione che da tempo appariva più che compromessa. Da mesi una coppia residente a Treia, lei maceratese di 44 anni, soggetta ad amministrazione di sostegno per alcune sue difficoltà, lui 35enne iraniano, entrambi senza lavoro, aveva avuto bisogno dell’intervento dei carabinieri e dei servizi sociali a causa di continui litigi. La donna aveva presentato alcune querele contro il compagno, poi le aveva ritirate: le difficoltà dei due erano note. Giovedì sera la situazione si è aggravata. La donna è corsa alla postazione della Croce Rossa chiedendo aiuto: ha detto che l’uomo era minaccioso, le aveva tolto il cellulare e lei era terrorizzata e voleva essere accolta in una struttura dove potesse rimanere al sicuro. Così erano stati chiamati i carabinieri, che avevano accompagnato la donna a casa per riprendere le sue cose, in vista del trasferimento in una struttura protetta. Mentre erano lì il 35enne, in un primo momento, si era mostrato collaborativo e aveva anche restituito il cellulare alla compagna. Poi però era diventato sempre più aggressivo anche con i militari: "Qui non se ne va nessuno, lei resta qui. Vi ammazzo tutti" avrebbe iniziato a urlare. L’uomo avrebbe preso una scala e l’avrebbe scagliata contro i carabinieri, poi avrebbe afferrato un coltello e con quello si sarebbe lanciato verso uno dei militari, poi avrebbe iniziato a farsi dei tagli alla testa e infine avrebbe scagliato via il coltello. La pattuglia era riuscita a immobilizzarlo e aveva allertato il 118. L’iraniano non aveva nulla di grave, dal punto di vista fisico, ma visto che l’uomo ha rifiutato il ricovero in ospedale per gli accertamenti necessari, per lui è scattata la misura degli arresti domiciliari con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, e ieri mattina si sarebbe dovuto tenere il processo per direttissima, disposto dal sostituto procuratore Stefania Ciccioli. Ma quando ieri gli assistenti sociali del Comune sono andati a casa sua per vedere come stesse, lo hanno trovato senza vita, con un cavo elettrico stretto intorno al collo. I sanitari del 118, subito chiamati sul posto, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso: purtroppo per il 35enne non c’è stato più nulla da fare. Nell’appartamento sono stati chiamati anche i carabinieri, per gli accertamenti relativi al decesso e le comunicazioni da fare alla procura.