Alfabetizzazione digitale, mille casalinghe al corso di Unicam

Formazione rivolta anche ai casalinghi grazie al progetto "Faro".

Alfabetizzazione digitale, mille casalinghe al corso di Unicam

Alfabetizzazione digitale, mille casalinghe al corso di Unicam

Obiettivo: realizzare attività formative affinché oltre 1.000 casalinghe e casalinghi (su tutto il territorio nazionale) acquisiscano competenze digitali funzionali all’inserimento lavorativo. Ovvero alfabetizzazione digitale e abilità nell’utilizzo dei dispositivi informatici. È in sintesi il progetto "Faro" targato Università di Camerino e finanziato con quasi 300mila euro dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. Unicam è capofila, in partenariato con Cooss Marche. Si tratta di uno dei 14 progetti finanziati, su 162 presentati, e ha ottenuto il punteggio più alto.

È stato presentato ieri ad Ancona dalla responsabile scientifica del progetto e coordinatrice per le attività che fanno capo all’ateneo, la professoressa Barbara Re, docente della sezione di informatica della Scuola di scienze e tecnologie, dal rettore Graziano Leoni e da Susy Sartini, coordinatore dei servizi formativi di Cooss Marche. Possono partecipare tutti coloro che siano nello stato di casalinghe e casalinghi iscritti ad Inail; "Faro" si svilupperà nell’arco di 12 mesi e prevede la realizzazione di sei edizioni, ciascuna delle quali coinvolgerà circa 150 partecipanti. Per scoprire il bando www.unicam.it/faro, numero verde 800002585 attivo dalle 9.30 alle 12.30 dal lunedì al venerdì o faro@unicam.it.

Si articolerà in sette moduli didattici, supportati da esercitazioni per far acquisire sicurezza e consapevolezza nell’utilizzo e fruizione dei software e programmi informatici. "Unicam mette ancora una volta a disposizione della società civile, non solo al livello regionale ma per l’intero territorio nazionale, le proprie competenze – ha detto il rettore – e l’innovazione prodotta nei propri laboratori, implementando così quelle azioni di impatto sociale che ritengo debbano essere prioritarie per ogni ateneo". "Si rivolge ad un’utenza – ha aggiunto Re – che riveste un ruolo molto importante nelle dinamiche sociali, anche se non sempre giustamente riconosciuto, attraverso approcci innovativi".