Arrestato con l’eroina: richiedente asilo torna subito libero

Un 26enne nella rete della polizia: aveva provato a ingoiare le palline di stupefacente. Scatta il divieto di dimora nelle Marche

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Sorpreso a spacciare nel rione Marche, è finito in manette un nigeriano 26enne. Ma ieri, dopo l’udienza di convalida dell’arresto, è tornato in libertà. Domenica mattina, la sezione antidroga della Squadra mobile si era appostata nella zona del sottopasso tra via Urbino e via Marche, dietro alla stazione, dove da qualche tempo era stata segnalata dai residenti una attività di spaccio.

Pochi minuti dopo le 11, gli agenti hanno visto arrivare una Volkswagen Golf, dalla quale è sceso un ragazzo. La pattuglia l’ha subito fermato e lui, Destiny Okoiruele, appena ha visto i poliziotti ha tentato di ingoiare lo stupefacente che aveva con sé: erano 13 palline di eroina confezionate con il cellophane. I poliziotti lo hanno fermato subito, prima che le facesse sparire, e hanno fermato anche il ragazzo al volante della Golf: questi ha ammesso subito di aver appena comprato due dosi di eroina dal nigeriano. In tutto dunque si trattava di una decina di grammi di sostanza, finita sotto sequestro con il cellulare e 70 euro trovati addosso al 26enne nigeriano.

Dagli accertamenti con le impronte digitali, poi, è emerso che Okoiruele, in Italia con una richiesta di protezione internazionale e senza fissa dimora, era stato arrestato lo scorso agosto a Roma, dove era stato trovato con quasi mezzo chilo di marijuana; in quel caso era stato condannato con il rito abbreviato alla pena di cinque mesi e dieci giorni di reclusione, con la sospensione condizionale. Ieri mattina per lui si è tenuta l’udienza di convalida, in tribunale a Macerata. Davanti al giudice Francesca Preziosi, il vice ispettore Gianluca Romagnoli ha riferito le circostanze dell’arresto, spiegando che quella quantità di eroina poteva fruttare 500 euro sul mercato. Difeso dall’avvocato Michelangelo Giugni, il nigeriano ieri mattina si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il processo per direttissima è stato rinviato quindi al 9 aprile.

Fino ad allora, il pubblico ministero Francesca D’Arienzo aveva chiesto la misura cautelare in carcere per il 26enne, che ha già precedenti e risulta senza fissa dimora. Ma il giudice Francesca Preziosi ha ritenuto sufficiente il divieto di dimora nelle Marche. Il 9 aprile prossimo si chiuderà il processo per direttissima, probabilmente con il rito abbreviato.

p. p.