Atenei al top, finalmente una buona notizia

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Mauro

Grespini

Il ghiaccio della Marmolada che crolla, il fuoco di Roma che ammorba, l’acqua dei fiumi che manca, l’aria africana che incombe, il gas della Russia che s’interrompe, il Covid che ci perseguita, la povertà crescente, l’inflazione galoppante, la crisi del governo Draghi e, sullo sfondo, la guerra in Ucraina che alimenta in noi insicurezza e angoscia. È questa l’estate del nostro scontento, di fronte alla quale abbiamo volutamente cercato una notizia bella, positiva, per un commento che possa darci soddisfazione, aprirci orizzonti di speranza. E così non poteva esserci migliore "novella" di quanto risulta al Censis nell’annuale classifica delle università italiane. Difatti, fra i piccoli atenei (quelli fino a 10 mila iscritti) Camerino è al primo posto (per la 19ª volta) ed è seguito da Macerata. Inoltre, per il secondo anno di fila, Unicam è "regina" assoluta fra tutte le università statali. Si tratta di un’articolata analisi basata sulla valutazione di strutture, servizi, borse di studi, livello di internazionalizzazione, comunicazione e così via. Siamo davvero al top! E la notizia risulta ancor più entusiasmante se si pensa alla situazione post sisma che stanno vivendo la realtà di Camerino e l’entroterra. Pure questo è uno straordinario esempio di come, pian piano, risolleviamo il capo dopo aver preso una mazzata colossale. Peraltro, guardando avanti, non c’è nulla di meglio che poter contare su due atenei di tale livello per dare un futuro ai nostri giovani, alla terra in cui sono nati e cresciuti, perché "il sapere rende liberi" (come diceva Socrate) e la ricerca favorisce la crescita, economica e qualitativa del nostro vivere insieme.