LORENZO FAVA
Cronaca

Il 25 Aprile festeggiato nel capoluogo: "La libertà in dono: difendiamola"

Corona d’alloro posata sul monumento di via Cioci e poi i discorsi ufficiali in piazza della Libertà

Il 25 Aprile festeggiato nel capoluogo: "La libertà in dono: difendiamola"

Il 25 Aprile festeggiato nel capoluogo: "La libertà in dono: difendiamola"

Anche a Macerata, ieri, si sono tenute le celebrazioni del 25 Aprile. Per il 79° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, dopo aver posato una corona d’alloro sul monumento ai martiri della resistenza in via Cioci, le autorità si sono riunite in piazza della Libertà dove il sindaco Sandro Parcaroli, Mauro Radici dell’Associazione nazionale combattenti e reduci, Juri Meda dell’Istituto storico della resistenza e Chiara Bonotti dell’Anpi hanno ricordato i valori dell’antifascismo.

"Vogliamo diffondere una presa di coscienza comune, condannando gli orrori di una pagina drammatica della nostra storia - ha detto Parcaroli - oggi in Europa e in Medio Oriente vediamo ripetersi tali atrocità. Questo non può che farci capire che il percorso per la pace tra i popoli è ancora lungo. Mantenere viva la memoria della storia è fondamentale, perché ci si stringa attorno a parole come libertà e democrazia, che furono proprie della liberazione. Tutte le parti politiche dovrebbero riconoscercisi".

Mauro Radici, dell’Ancr, ha sottolineato: "Anche quest’anno la data di oggi è stata preceduta da appelli allarmistici e censure, con prese di posizione talvolta intimidatorie. Il 25 Aprile non ha altro senso che onorare il coraggio di chi ha lottato contro l’oppressione nazifascista e che ha sacrificato tutto ad un ideale di giustizia, senza speranze di bene per sé ma con certezza di bene per la patria. Persone di estrazioni e orientamenti talvolta opposti lottarono per questo". Radici ha ricordato tra gli altri Valentino Pirro, ultimo combattente di Montecosaro scomparso a 101 anni appena dieci giorni fa: "Dobbiamo onorare il sacrificio di chi ci ha preceduto costruendo una società di pace".

Juri Meda, per l’Istituto storico della resistenza di Macerata, partendo dalla vicenda della propria famiglia ha ricordato: "La pace che viviamo in Italia dall’aprile del ‘45, che va custodita con cura, ha resistito agli urti della guerra fredda, al crollo del blocco sovietico e alla guerra in Jugoslavia negli anni ‘90. Quella pace va difesa dai rischi di un bellicismo che per quanto calato in un altro contesto storico, è lo stesso che ci fece piombare in un abisso di morte e dolore". Citando poi l’articolo 11 della Costituzione, con cui l’Italia ripudia la guerra, e papa Francesco, che dice come "l’umanità sta vivendo un’ora buia", Meda ricordando le parole di Mattarella ha detto come "abbiamo il dovere di non rinunciare alla tutela dei diritti umani, non arrenderci alla guerra e continuare ad affermare lo stato di diritto. È necessario perseguire dialogo e cooperazione internazionale".

A chiudere la cerimonia, Chiara Bonotti dell’Anpi ha fatto memoria della "partigiana minima", Irma Bandiera, eroe della resistenza, accecata e fucilata dai fascisti, insignita della medaglia d’oro al valor militare: "Difendiamo il diritto alla diversità. La democrazia si nutre di pluralismo, l’unico antidoto alla ciclica tendenza di ridurlo all’uniformità, ad una sola lettura del presente. Oggi parlare di antifascismo in una televisione di Stato sembra essere diventato sovversivo; volgere lo sguardo al passato eppure è l’unica via per capire le insidie del tempo che viviamo. I diritti di cui godiamo sono frutto dell’antifascismo e delle gesta eroiche di chi lo ha incarnato".