Macerata, barista getta la spugna. “Meglio chiudere che indebitarsi’’

Angela Latini molla dopo 36 anni: sono vicina alla pensione, ma senza questa emergenza sarei andata avanti ancora un po’

Angela Latini gestisce il Dolce vita lounge bar in via Roma

Angela Latini gestisce il Dolce vita lounge bar in via Roma

Macerata, 23 maggio 2020 – "Dopo 36 anni di attività, in cui abbiamo lavorato con grande passione, preferiamo chiudere piuttosto che indebitarci . Anche se ci dispiace molto, siamo costretti a farlo". A parlare è Angela Latini , titolare del Dolce vita lounge bar , attività che da cinque anni si trova in via Roma , dopo i 31 trascorsi in via Ettore Ricci. La donna, insieme con il marito Aldo, lo storico gestore, hanno portato avanti l’attività dal 1985 , diventando un punto di riferimento per la zona e non solo. Già diversi fidati clienti che da lunedì sono tornati al bar, apprendendo la notizia hanno esclamato: "Dove andremo d’ora in poi a prendere il nostro caffè?". Il Covid-19, se in alcuni casi ha travolto le attività, in altri ha accelerato le decisioni: anche se Latini era in procinto di andare in pensione, avrebbe comunque continuato volentieri a lavorare nel bar , ma ora con le incertezze economiche e le numerose spese non se la sente più, e sabato sarà l’ultimo giorno di lavoro .

"I problemi che ci troviamo davanti sono troppi grandi, così come le spese, tra l’affitto, i rifornimenti, e le bollette che non sono scomparse ma solo posticipate – dice Latini –. Poi si vive anche con la paura di non riuscire ad applicare perfettamente le tante norme e di essere multati: insomma il gioco non vale più la candela". Latini ha anche applicato le norme per poter riaprire lunedì il bar in totale sicurezza: entrata e uscita differenziiate, distanziamento dei tavoli e igienizzante all’entrata. " Ci dispiace molto chiudere così , perché portiamo avanti questa attività da tanto tempo e siamo molto affezionati ai nostri clienti, stando qui da 36 anni – prosegue –, ma in questo modo andare avanti significa indebitarsi. Con 600 euro non si è in grado nemmeno di comprare cornetti e tramezzini : il lavoro non è ripartito perché c’è ancora un po’ di normale paura, si conta almeno un 60% in meno, dopo due mesi nei quali non si è lavorato. Insomma si compra e non si vende niente". I progetti per l’attività sarebbero stati differenti se non fosse arrivato il maledetto virus a cambiarli. "Io e mio marito avremmo preferito, prima di andare entrambi in pensione, vendere a qualcuno l’attività , con un percorso futuro davanti, e sicuramente non lasciarlo chiuso così senza un progetto – conferma Latini –. Ma ora è impossibile vista non solo l’emergenza sanitaria ma anche quella economica, e quindi ci tocca chiuderlo senza possibilità che qualcuno possa ricomprarlo . Avremmo inoltre voluto fare anche un grande festa con tutti i nostri clienti che ci sono stati sempre vicino, perché anche se è una decisione necessaria ci dispiace molto dopo un percorso così lungo e per noi molto importante". La coppia che gestisce la Dolce vita ha guidato l’attività sin dal 1985 e sempre nella stessa zona, perché il trasferimento di cinque anni fa è stato solo di qualche metro: infatti i due locali si guardano l’un l’altro.