Dall’incubo dei bulli a psicologo: "Ce l’ho fatta credendo in me stesso"

Sebastiano Massaccesi: "A scuola mi prendevano in giro, poi gli agguati sotto casa. Non li ho denunciati ma molti anni dopo ho incontrato uno dei compagni di classe più crudeli che mi ha chiesto scusa".

Macerata, 26 ottobre 2022 - Fisico statuario, capelli selvaggi e sguardo penetrante, dall’alto dei suoi 185 centimetri di statura. Nel tempo libero fa il batterista e si allena in palestra, dilettandosi sulle passerelle. Ma nel cassetto Sebastiano Andrea Massaccesi – in arte Sam – ha una (doppia) laurea in psicologia. E nell’anima, lì dentro, un pugno di dolore che è riuscito (finalmente) a superare. Nato a Macerata nel 1990, ma residente a Recanti, Sam ha vissuto l’incubo dei bulli e lo spettro della depressione: "Ne sono uscito conoscendo me stesso e i mostri che mi abitavano".

Sebastiano Andra Massaccesi nel tempo libero suona la batteria e fa il modello
Sebastiano Andra Massaccesi nel tempo libero suona la batteria e fa il modello

Massaccesi, chi era il ‘Seba’ bambino?

"Un ragazzino mingherlino dai capelli lunghissimi. Papà motociclista e mamma modella, sono cresciuto in una famiglia anticonformista. Che mi ha insegnato l’importanza di mettere in risalto le proprie qualità, senza bisogno di uniformarsi. A 12-13 anni, non avevo né tratti mascolini né barba. A scuola mi prendevano in giro per i capelli lunghi, scambiandomi per una femmina. Continuavano a ripetermi: ‘Sembri fr***o, non avrai mai una ragazza’, ‘Ma dove vai con quei capelli?’".

Solo attacchi verbali?

"Dai 14 anni, pure fisici: mi chiudevano nel bagno della scuola, mi facevano lo sgambetto nei corridoi. Poi, lentamente, iniziarono gli agguati sotto casa".

Possibile che nessuno si sia accorto?

"No, i bulli erano i ragazzini con cui uscivo. Pensavo di meritarmi tutto questo, non ho mai dato segnali di allarme. Mi sembrava la normalità".

E perché ci usciva?

"Perché ero solo".

Ne parlò con qualcuno?

"No, i miei genitori si accorsero dopo, quando tornavo a casa col volto tumefatto. La storiella della caduta dalla bici non reggeva più".

E cosa fecero?

"Nulla, lo chiesi io. Però, forse, mia madre parlò coi professori. Lei e mio padre mi dissero una cosa che non dimenticherò".

Cioè?

"Stanco di essere preso di mira, un giorno decisi di radermi a zero i capelli. I miei genitori, che come me avevano i capelli lunghi, mi dissero: ‘Per quanto ti possano fare male gli altri, la persona che ti può far più del male sei tu’".

Denunciò alle autorità?

"No: molti dei bulli nel tempo lasciarono la scuola e dopo quella frase dei miei preferii non fare la guerra, ma concentrarmi su di me".

Tutto iniziò alle medie…

"Sì, poi al liceo classico andò meglio, ma odiavo il greco e mi bocciarono. Ripiegai sul socio psico pedagogico".

E fu la svolta…

"In tutti i sensi: conobbi il mio primo migliore amico e scoprii la mia predilezione verso la psicologia".

Oggi, lei ha 32 anni: ha mai più rivisto i suoi aggressori?

"Sì. Uno dei più crudeli lo incontrai al mare. Faceva il barista in uno stabilimento. Io avevo 24 anni. lui mi salutò prendendomi da parte. Mi disse: ‘Sono anni che ci ripenso. Volevo scusarmi per tutte le cose che ti abbiamo fatto’. Le sue frasi sono state un cerotto alla mia ferita. Ok le scuse, ma forse avrei dovuto approfondire".

Che mi dice della musica?

"Che prima del fitness, è stata la batteria la mia vera amica. A Recanati, suono coi Nova e le nostre canzoni passano in radio".

Se dico Mister Italia?

"Concorso 2016, arrivai in finale: che soddisfazione!" .

E la psicoterapia?

"È durata un anno e mezzo e mi ha fatto uscire dalla depressione".

Alla fine ci si salva davvero?

"È meglio chiedere aiuto. Senza temere di avere paura".