Casetta delle scimmie senza agibilità e con le crepe

Il direttore dei lavori, Massimo Belelli, dice: "Stiamo aspettando alcune carte. Abbiamo una soluzione"

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di Asterio Tubaldi

Sono comparse diverse crepe, neppure a distanza di poche settimane dalla conclusione dei lavori di ristrutturazione del manufatto sito al piano terra di Villa Colloredo, conosciuto come "casetta delle scimmie". Il fabbricato, mancante ancora dell’agibilità, sarebbe dovuto divenire un chiosco bar e consegnato entro l’aprile scorso, a scadenza dei setti anni di contratto stipulato fra Comune e il titolare del punto di ristoro, Old Garden, che si trova a pochi metri. Il progettista e direttore dei lavori del "roccolo", Massimo Belelli, tranquillizza tutti perché presto saranno completate le pratiche per ottenere l’agibilità. "Stiamo aspettando – dice – che ci arrivino dal genio civile tutte le carte che ci servono. Quindi chiederemo l’agibilità e il locale potrà essere utilizzato". Per lui non costituisce più di tanta preoccupazione la crepa più grossa e profonda che è comparsa fra la scalinata esterna e il resto del corpo del manufatto. "Si, l’ho notata pure io la crepa", ammette Belelli spiegando: "Il problema è che sono due corpi di fabbrica distinti con pesi diversi che si muovono in maniera diversa fra loro perché non sono stati mai legati. Inoltre la scala è stata aggiunta più di recente perché nel vecchio roccolo non c’era. Abbiamo ripulito tutto quello che copriva la struttura e risanato le fessure che già erano presenti. Per la crepa abbiamo già trovato la soluzione: metteremo un giunto di dilatazione e una scossalina, una lamina di rame che andrà a coprire la crepa che si è formata". In altre parole, con questo ulteriore intervento si permetterà alle due parti distinte del manufatto di muoversi, cioè di restringersi e di allargarsi a seconda anche delle condizioni metereologiche in quanto tende ad allargarsi in periodi di siccità e a restringersi quando piove. Belelli confessa che in fase di ristrutturazione "pensavo che bastasse risanare anche con un cuci e scuci e legare i mattoni che si sarebbe fermato tutto. Invece così non è stato". Quando negli anni ottanta venne creato, all’interno del parco, un mini zoo, quel roccolo venne utilizzato come casetta per le scimmie e in quell’occasione venne costruita la scala esterna. Da qui i due corpi separati. "Prima – conclude l’architetto Belelli – c’era una scala a chiocciola piccolissima in legno, ormai andata completamente distrutta".