Cerimonia per Fulvi e Sfrappini: "Il dolore non generi risentimento"

Il vice presidente provinciale dell’Associazione Nazionale. Combattenti e Reduci. ha invitato tutti alla riflessione .

Cerimonia per Fulvi e Sfrappini: "Il dolore non generi risentimento"

Cerimonia per Fulvi e Sfrappini: "Il dolore non generi risentimento"

Si è svolta ieri mattina la tanto discussa commemorazione dell’80esimo anniversario dalla morte di Camillo Fulvi e Alberto Sfrappini, uccisi in località Caprara di San Severino il 25 marzo 1944, nel corso di una rappresaglia. Presente il vicesindaco, Vanna Bianconi, il consigliere nazionale per le Marche dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, Fabrizio Grandinetti, e il vice presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Mauro Radici. "L’odio non ha alcun significato dopo 80 anni – ha affermato Grandinetti –. Anche perché chi ha combattuto, per scelte personali legittime, oggi non c’è più. La famiglia di Camillo Fulvi ha contribuito molto anche sotto il profilo economico per questa comunità. E Alberto Sfrappini aveva solo 23 anni, era ufficiale di cavalleria e laureando in veterinaria. La sua famiglia, negli anni, ha dato un contributo all’amministrazione cittadina, al mondo del professionismo, allo sport. Questi ragazzi avevano delle idee, ma la loro morte ha avuto una dignità diversa". Mauro Radici ha invocato un momento di riflessione e di impegno a non dimenticare il passato e a guardare al futuro con "occhi illuminati dalla conoscenza storica e dalla compassione umana. Il fatto che queste persone si dichiararono fasciste può suscitare reazioni contrastanti ma non caddero in un’azione di guerra bensì vittime di un’esecrabile rappresaglia. Ogni vita spezzata ci ricorda le conseguenze nefaste della violenza, dell’odio, della vendetta. Non possiamo mai permettere che il dolore e la paura, generino risentimento e ulteriori divisioni nella nostra comunità".

Gaia Gennaretti