Marche pride al via: è partito il conto alla rovescia per la quarta manifestazione regionale che quest’anno si terrà a Civitanova. A organizzarlo è il comitato Marche pride (che riunisce Arcigay Agorà Pesaro Urbino, Teekanne, Agedo Marche, Uaar Ancona, Gap e Arcigay Comunitas Ancona). "Abbiamo scelto Civitanova per due motivi – spiega il civitanovese Matteo Marchegiani, segretario di Arcigay Ancona –. Anzitutto perché non è mai stato fatto un Pride nel Maceratese e quando è nato il comitato Marche Pride l’idea era quella di toccare tutta la regione coi Pride, non solo poche città. Così, arriveremo anche nell’entroterra". Infatti, fino ad ora, il Pride si era organizzato solo ad Ancona (per ben due volte) e a Pesaro, lo scorso anno. A Civitanova si attendono almeno 5mila persone con musica, bandiere e allegria. "Il secondo motivo per cui abbiamo scelto questa città – riprende Marchegiani – è la sua linearità. È un luogo logisticamente comodo e accessibile, con poche barriere architettoniche. E il percorso che faremo, ad esempio, è tutto in pianura e non troppo lungo. Quindi è fruibile da tutti", disabili compresi. "Da civitanovese, organizzare un Pride qui è una grande emozione. Il giovane Matteo, quello prima dell’attivismo – dice – sarebbe stato contento di sapere che c’erano altre persone come lui nella sua città. Mi ritroverò a sfilare col cassiere del supermercato, col postino o col panettiere della mia zona". Il ritrovo è alle 16.30, nel piazzale antistante lo stadio. Il corteo partirà un’ora dopo, alle 17.30, per attraversare le arterie principali di Civitanova e arrivare al Varco sul Mare. Qui, sono previsti spettacoli artistici e interventi delle varie associazioni. Alle 20, la serata culminerà in una festa alla Croce del sud. La mattina sarà invece dedicata, alle 10.30, a una conferenza stampa che si svolgerà nella sala Enrico Cecchetti e poi, attorno alle 11.45, sempre lì, verrà presentato il progetto Welchome, sulla cooperazione internazionale Italia-Albania. Da un po’ di tempo, queste manifestazioni non si chiamano più Gay Pride. Sempre più spesso si parla di Onda Pride. Il motivo? "Non è più il pride delle persone gay, ma il pride di tutte e tutti. Si chiama semplicemente così perché ogni persona LGBTQ+ possa sentirsi inclusa. Una volta i Pride si concentravano soprattutto nelle grandi città, oggi per fortuna si fanno pure nelle realtà locali. Ed è importante per dare uno spazio di espressione, di libertà e di lotta politica alle persone che non devono essere costrette a migrare in città grandi dove magari non si sentono a proprio agio".
Nicolò Moricci