
Matteo Simonetti, professore di storia e filosofia allo Scientifico di Civitanova
Esce in Spagna il libro "Fichte, Heidegger y el Nacionalsocialismo" del portorecanatese Matteo Simonetti, professore di storia e filosofia allo Scientifico di Civitanova, saggista, giornalista e musicista.
Simonetti, qual è il rapporto tra Fichte, Heidegger e il nazionalsocialismo?
"In un saggio di pochi anni fa ho dimostrato che le posizioni politiche di Heidegger erano profonde e meditate, con una lettura che smonta gran parte di quelle più note. C’è un filo che congiunge i due filosofi e che mostra come il nazionalsocialismo sia una continuazione di questi contenuti, i quali si inseriscono nella tradizione romantica tedesca. Nel 1800 Fichte pubblica Lo stato commerciale chiuso, in cui si trovano le fondamenta del nazionalsocialismo". Cosa le ha fatto più piacere della prefazione scritta da Cardini per questa pubblicazione?
"Il suo giudizio sulla accuratezza delle parti storiche, che dice essere fondate e prive di ogni faziosità e tendenziosità, e poi il suo apprezzamento del coraggio e della coerenza che ho manifestato nell’approfondire criticamente un argomento delicatissimo, offrendo una lettura originale e nel contempo importante. A parte il giudizio di Cardini, ho pubblicato parti di questo saggio anche in riviste scientifiche delle Università di Madrid e Valladolid e tenuto conferenze per vari enti internazionali".
Come è riuscito a contattare Cardini?
"Tutto è nato dopo quei fatti avvenuti al liceo Da Vinci di Civitanova (dopo le parole del docente l’Anpi si era rivolta al Provveditorato che lo aveva sospeso per 30 giorni con la decurtazione dello stipendio, non per i fatti contestati, ma per un post su Facebook del 2016 contro la censura; ndr). Ero stato cercato da Cardini che aveva preso le mie difese e da quel momento siamo rimasti in contatto".
Cosa l’ha spinta al dottorato di ricerca in Spagna, poiché il libro è frutto delle sue ricerche per il dottorato?
"In Italia ho trovato sempre porte chiuse. In Spagna, invece, vige la meritocrazia: occorre presentare un curriculum adeguato, un progetto di ricerca valido e trovare un docente che lo scelga come unico tra i tanti che vengono presentati ogni anno. Ho difeso la mia tesi di dottorato in spagnolo, all’ateneo di Salamanca, una storica e prestigiosa università. Basti pensare che vi si è discusso sui pro e i contro dei viaggi di Colombo in America".
In Italia come sono accolti i suoi libri?
"Vedremo se qualche editore sarà interessato alla pubblicazione di quest’ultimo. Per ora è disponibile solo in Spagna e in America Latina. Circa un mese fa è uscito in Italia il mio ultimo libro "La scuola a modo mio, insegnare nell’epoca dell’omologazione" in cui racconto la mia esperienza di docente".
E in cosa consiste il suo modo di insegnare?
"Si tratta di un approccio innovativo: tra le altre cose, adotto l’autovalutazione e la valutazione tra pari, non uso il libro di testo ma mi concentro sui testi dei filosofi e sulla loro attualizzazione. Insegnare così è più complicato, perché implica una maggiore mole di lavoro, ma è decisamente soddisfacente".