I burattini di Ada Borgiani "Un incanto per i bambini"

L’artista tolentinate da mezzo secolo si divide tra palco e dietro le quinte "Il teatro spesso si rivela liberatorio, dovrebbe diventare materia scolastica"

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di Lucia Gentili

"Il teatro dovrebbe diventare materia scolastica, per le sue mille potenzialità". È il pensiero di Ada Borgiani, da mezzo secolo nel settore. Responsabile del Centro Teatrale Sangallo di Tolentino, diretto da Saverio Marconi, coordina i progetti di "teatro-scuola" e tiene corsi di teatro musicale per ragazzi diffondendo questa esperienza in diverse realtà provinciali e regionali. Ha iniziato l’attività di animatrice teatrale nelle scuole, nelle colonie estive e nei centri sociali nel 1976; ha condotto laboratori negli istituti accompagnando bambini e ragazzi alla messa in scena di centinaia di rappresentazioni. Dal 1985 cura le scenografie per gli spettacoli del Centro Teatrale Sangallo, mentre per la Compagnia della Rancia ha ideato, scritto e interpretato spettacoli per ragazzi. Ada crea pupazzi e burattini ed è tra i fondatori del "Gran Teatro dei Burattini", che ha effettuato tournée in tutta Italia. Nel 1996 ha costruito, animato e dato voce alla marionetta di Collodi per "Le Avventure di Pinocchio" con la Compagnia del Gentile. Ha realizzato elementi scenografici per l’attore-trasformista Arturo Brachetti e per il trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Ada tiene anche corsi per la costruzione di maschere e burattini. Fin dall’inizio, ha conciliato sia l’interesse per il dietro le quinte, la scenografia, "l’emozione della creazione", come dice lei, sia l’animazione teatrale. La sua vita professionale si divide fra il Centro Teatrale Sangallo e la Compagnia della Rancia, per la quale dirige Rancia VerdeBlu, la sezione ragazzi.

Borgiani, com’è iniziata la sua avventura?

"Dalla passione per il dietro le quinte. Sono diventata maestra d’arte all’istituto statale di Macerata nella sezione di decorazione pittorica e ho terminato gli studi nel ‘77 all’Accademia di belle arti con il diploma del corso di scenografia. E mi sono innamorata dell’idea del teatro prima di conoscerlo. Ho avuto sempre "le mani in pasta" fin da quando vedevo mio padre (che faceva tutto un altro mestiere) dare nuova vita agli oggetti attraverso il riuso. Mi piace osservare la realtà da tanti punti di vista, cogliere il particolare. Da ragazza ho avuto modo di vedere da vicino come lavorava Cesare Angeletti, pittore e scenografo, artista poliedrico. Durante il corso di scenografia, sono venuta a contatto con chi lavorava nell’animazione teatrale".

Quando ha conosciuto Marconi?

"In un periodo di grande fermento, tra fine anni Settanta e inizio Ottanta. Saverio già pensava al teatro come uno spazio per tutti e io già mi occupavo di animazione teatrale per bambini. Nel 1985, con il restauro del Vaccaj, siamo partiti a pieno regime".

Cosa rappresentano per lei i burattini?

"Sono come creature, a cui ho dedicato tanto tempo, dedizione, lavoro. Sono custodite in diverse casse, per me sono preziose. Ne ho realizzate centinaia, tra pupazzi e burattini. Il primo di questi, Pinocchio, ha più di trent’anni. Il burattino, a differenza della marionetta, è un tutt’uno con la mano, è parte di essa. L’identificazione è forte".

Perché il teatro dovrebbe entrare ufficialmente a scuola?

"Fare teatro è un bisogno per tutti, fin da bambini. Il gioco è importante nella vita. E il gioco teatrale è un modo per esprimersi, comunicare, spesso è liberatorio".

Cosa le piace di più del suo lavoro?

"Sul fronte del teatro, quando leggo negli occhi dei bambini la felicità di aver partecipare ad un’esperienza collettiva, consapevoli di aver dato il massimo sul palco. E quando invece do vita ai burattini, l’incanto dei piccoli spettatori".

Per il futuro?

"Ho formato diversi collaboratori per proseguire tutto quello che abbiamo realizzato in questi anni. Abbiamo visto, anche nell’anniversario del Centro Teatrale Sangallo, quanto la città e il territorio ci vogliano bene. Questo è lo stimolo per continuare".