Il Cup nel caos. "Ma la svolta è in arrivo"

Prenotazioni di visite ed esami, la Regione al lavoro per misure straordinarie: presto si potrà fare tutto dal medico di base

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Inutile farsi illusioni, almeno a breve termine: per le prenotazioni di visite ed esami e per le liste d’attesa ci sarà ancora da soffrire. Il centralino del Cup sarà ancora un girone infernale e i tempi saranno lunghi. Ma la speranza è che la situazione si sblocchi in tempi ragionevoli. La Regione parla di ‘"misure straordinarie", che potrebbero essere applicate già nelle prossime settimane. La più "straordinaria" è la prenotazione di visite ed esami effettuata direttamente dal medico di base: il classico uovo di Colombo che si aggiungerebbe alle prenotazioni nelle farmacie (FarmaCup), ancora poco diffusa ma che già nei prossimi giorni dovrebbe allargarsi dopo l’accordo che ha sbloccato l’impasse.

Ma intanto siamo fermi al centralino del Cup intasato e all’applicazione MyCup, che non è il massimo per la popolazione anziana. E il contesto è quello del post emergenza da coronavirus, con tutta una serie di prestazioni che sono state sospese e che ora è difficile riprogrammare. La Regione ha fatto il quadro. Il punto è questo: nei mesi scorsi sono stati garantiti esami e visite urgenti (quelli contrassegnati come “U“ nell’impegnativa del medico, da eseguire in 72 ore) e brevi (B, 10 giorni), mentre sono state state sospese le prestazioni di tipo D (30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami diagnostici) e le P (visite ed esami da effettuare entro 180 giorni). Poi si è deciso di riattivare da giugno anche queste ultime due categorie, ma l’Asur chiede ai pazienti di tornare dal loro medico di base per rifare l’impegnativa e poi la nuova prenotazione. Il sistema si inceppa su questo punto: o perché la gente non sa che deve tornare dal medico o perché, una volta tornata dal medico, non riesce a rifare la prenotazione per colpa del Cup in tilt. "La decisione di far tornare i cittadini dal proprio medico di base – dice Lucia Di Furia, dirigente del servizio Sanità della Regione Marche – è a loro tutela, perché le esigenze diagnostiche potrebbero essere nel frattempo cambiate e quindi anche le priorità da assegnare a ogni prestazione". Come dire che una visita con categoria P, quindi non urgente, potrebbe esserlo diventata nel frattempo.

"Tutto ciò – continua – comporta un necessario rodaggio delle nuove agende, che potrà protrarsi ancora per alcune settimane. Nulla è più come in era pre Covid. Le scelte relative ai tempi di ripartenza e alle misure organizzative, effettuate con i principali prescrittori e unici interlocutori a mio avviso competenti, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, sono state compiute con la finalità di evitare un atteggiamento burocratico e automatico di rimessa in coda delle situazioni sospese, valutando caso per caso i pazienti per verificare se nel periodo Covid le necessità assistenziali fossero cambiate".