LORENZO FAVA
Cronaca

Il rischio di infiltrazioni mafiose: "Pronti a rafforzare i controlli nei cantieri della ricostruzione"

Summit in prefettura con esponenti della Dia, del ministero dell’Interno e della polizia criminale "È fondamentale condividere informazioni per agire più efficacemente nelle attività di monitoraggio".

Il rischio di infiltrazioni mafiose: "Pronti a rafforzare i controlli nei cantieri della ricostruzione"

Il rischio di infiltrazioni mafiose: "Pronti a rafforzare i controlli nei cantieri della ricostruzione"

"Abbiamo deciso di fare visite nelle prefetture per mettere a punto il set di dispositivi di cui la legge dispone per arginare i rischi di infiltrazione mafiosa nei cantieri del sisma". È questo il sunto del summit tra prefettura, forze dell’ordine e Dia svolto ieri in prefettura a Macerata. Alla riunione hanno partecipato il colonnello della guardia di finanza Ferdinando Falco, il comandante dei carabinieri Nicola Candido, il questore Luigi Silipo, il commissario straordinario per la ricostruzione Guido Castelli, il generale Michele Carbone, direttore della Direzione investigativa antimafia, Stefano Delfini, Direttore del servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale, il direttore della struttura per la prevenzione antimafia del ministero dell’Interno Paolo Canaparo e il prefetto Isabella Fusiello. "Vogliamo intensificare controlli e accessi ispettivi nei cantieri – asserisce Canaparo –, garantendo la legalità e la sicurezza del cantiere e di chi vi lavora. Sono priorità. Incontri come questo sono utili per mettere a sistema competenze e professionalità. Questo è il cantiere più grande d’Europa, è fondamentale condividere informazioni per agire più efficacemente nei controlli. Teniamo la guardia alta, ma per ora non ci sono allarmi". Castelli spiega il senso di questo incontro, che fa seguito a quello tenuto ad Ascoli: "La ricostruzione ha avuto un cambio di passo, è questo il momento in cui dovremmo registrare un afflusso di imprese da tutta Italia. Il meccanismo è rodato, ma vogliamo ricostruire in maniera tempestiva ed estranea a qualsiasi fenomeno di infiltrazione. Abbiamo messo in campo una piattaforma di tutti i dati della ricostruzione privata, che condivideremo con le forze presenti. L’iteroperabilità è la premessa per poter agire in maniera efficace. Nel 2023 – chiude il commissario alla ricostruzione – abbiamo liquidato 1,3 miliardi alle imprese. Esistono criticità nei paesi più devastati, ma abbiamo consapevolezza che possiamo riconoscere a tutti il diritto alla ricostruzione".

Michele Carbone spiega le finalità dell’incontro operativo: "Occorre definire le finalità dei controlli, coordinati dai prefetti, nella ricostruzione pubblica e privata. La Dia copre la funzione antimafia. La ricostruzione ha fondi pubblici, lo scopo dell’incontro è definire controlli che interdicano a certe ditte di essere aggiudicatarie di appalti, oltre che controllare i cantieri per quel che riguarda lavoro nero e sicurezza". Stefano Delfini, rappresentante del gruppo interforze centrale, spiega: "Nemmeno un euro deve finire nelle mani sbagliate. La mafia si è fatta impresa, riesce coi proventi della criminalità a riciclare le sue grandi disponibilità di liquidi. Si avvale di professionisti, per cui è fondamentale verificare che i soggetti che partecipano agli appalti non abbiano legami con la criminalità organizzata".