FRANCO VEROLI
Cronaca

Intelligenza artificiale in corsia: "Un macchinario all’avanguardia per individuare i tumori al colon"

Nel reparto di Endoscopia dell’ospedale di Macerata un software che migliora la capacità diagnostica. Feliciangeli: "L’assenza di un protocollo condiviso spinge ancora ad asportare qualsiasi polipo sospetto".

Intelligenza artificiale in corsia: "Un macchinario all’avanguardia per individuare i tumori al colon"

Intelligenza artificiale in corsia: "Un macchinario all’avanguardia per individuare i tumori al colon"

"Possiamo considerare la "nostra" intelligenza artificiale come un efficiente assistente sul campo, una sorta di endoscopista parallelo. Si tratta di un software che, collegato al monitor, "legge" i pixel (l’unità minima della superficie di un’immagine digitale, ndr) e dunque, colori, forme, e quant’altro, amplificando in modo significativo la capacità diagnostica". Giuseppe Feliciangeli, direttore dell’Unità di Endoscopia all’ospedale di Macerata, insieme al suo staff usa da diversi mesi "GI Genius", un dispositivo endoscopico ad intelligenza artificiale (donato lo scorso anno all’Ast di Macerata) che, applicato alla colonscopia tradizionale, secondo studi già effettuati, aiuta a rilevare il 13% in più di adenomi (polipi) o lesioni tumorali del colon, indicando al medico lesioni sospette per le quali è necessaria una valutazione visiva più approfondita. Si tratta, dunque, di un apparecchio molto importante, perché aumenta la precisione diagnostica per il tumore del colon retto. "Il percorso – spiega Feliciangeli – si articola in due fasi. Il colonscopio, uno strumento flessibile di piccolo diametro, inserito attraverso l’ano, tramite una telecamerina digitale visualizza l’intestino (colon e retto) trasmettendo le immagini a un monitor. In questo modo possiamo vedere se ci sono presenze sospette, per lo più polipi. Il sistema di intelligenza artificiale viene collegato al monitor e, attraverso suoni a basso volume, segnala al medico il punto dove è necessaria una valutazione visiva più approfondita, indicato con un quadratino di color verde". E qui scatta la seconda fase, quella che possiamo considerare una vera e propria profilazione dell’intruso individuato. "Riusciamo a distinguere se si tratta di polipi che sono adenomi (polipi benigni che nel tempo possono diventare maligni) o polipi di altro genere che restano benigni per sempre, i quali potrebbero anche non essere rimossi, in quanto non pericolosi". Insomma, tramite l’intelligenza artificiale si riesce a fare una "biopsia ottica", con tutto quel che ne consegue in termini di efficacia diagnostica e di risparmio. "Ma non c’è ancora un protocollo condiviso e approvato – evidenzia Feliciangeli – e questo, nel dubbio, spinge ancora oggi ad asportare qualsiasi polipo sospetto". D’altro canto, il "device" non sostituisce lo specialista, né gli esami di laboratorio, non suggerisce come gestire i polipi sospetti. Spetta al medico decidere se la lesione sia sospetta, e come procedere secondo la pratica clinica standard e le linee guida. "In ogni caso, sia negli esami programmati, sia nelle attività di screening – conclude Feliciangeli – grazie a questo sistema di intelligenza artificiale siamo riusciti a individuare un numero decisamente maggiore di polipi o lesioni tumorali. E questo, è evidente, ha un forte impatto sulla attività di prevenzione e di cura, a beneficio del paziente, ma anche dell’intero sistema sanitario".