Iva autoscuole Macerata, aumenti fino a 150 euro. "Un attentato al settore"

La norma che prevede il versamento del tributo è retroattiva di 5 anni. Titolari sul piede di guerra

Prendere la patente costerà 150 euro in più

Prendere la patente costerà 150 euro in più

Macerata, 7 settembre 2019 - Rischio stangata per chi deve prendere la patente: sulle famiglie incombe infatti un aumento del 22 per cento. Se fino a qualche giorno fa le attività delle autoscuole erano esenti dal pagamento dell’Iva, poiché considerate di formazione ed educazione dei soggetti, da ora non più e prendere la patente, di qualsiasi tipologia, costerà ai clienti, in media, 154 euro di più. Dopo che la Corte di giustizia europea, la più alta carica giurisprudenziale, il 14 marzo ha risposto all’amministrazione finanziaria tedesca negando il diritto di esenzione alle autoscuole italiane e spagnole, lunedì è arrivata la risposta delle Agenzie delle entrate che ha detto alle autoscuole che d’ora in poi bisogna riscuotere l’Iva e versarla.

Con questa ultima risoluzione, con cui l’Agenzia delle entrate ha interpretato la sentenza della Corte di giustizia europea, sono state smentite le due risoluzioni precedenti che erano state emesse nel 1998 e nel 2005 e che ribadivano che i servizi emessi dalle autoscuole erano esenti da Iva. Italia e Spagna erano rimaste le uniche nell’Unione europea a mantenere il diritto di esenzione dell’Iva per le autoscuole. La risposta dell’Agenzia delle entrate all’interpello della Corte di giustizia non prevede solo il pagamento dell’Iva per il futuro, e quindi un aumento del costo totale per coloro che vorranno iscriversi alle autoscuole da qui in avanti: l’aumento è anche retroattivo fino a cinque anni, per cui o i clienti che hanno preso la patente negli ultimi cinque anni dovranno pagare la quota aggiuntiva o saranno le stesse autoscuole a dover sborsare i soldi. 

"Un attentato alle autoscuole italiane". A caldo le reazioni delle realtà cittadine della città non sono mancate, avendo scoperto, dall’oggi al domani, di dover rimettere mano alla contabilità e dover riscuotere e far pagare l’Iva per tutte le attività e i servizi svolti anche negli ultimi cinque anni. In media, prendere la patente B costa 600 euro, e questa cifra comprende lezioni teoriche, esame teorico, lezione pratiche (che devono essere almeno di sei ore per legge) ed esame pratico. Con l’aumento del prezzo del 22 per cento dovuto all’Iva, chi vuole prendere la patente classica dovrà pagare almeno 740 euro, in media 150 euro in più.

"Gli effetti del pagamento dell’Iva sono sul contribuente e questo sicuramente determinerà un aumento del prezzo al cliente che vuole prendere la patente – ha commentato Gianluca Lanciani, titolare di autoscuola Lanciani e referente Unasca provinciale –. Richiedere il pagamento dell’Iva pregressa rende la richiesta fondamentalmente inapplicabile, come si può chiedere l’Iva a un soggetto privato per le attività svolte cinque anni prima? Significa tutelare l’interesse dell’intero settore. Un legislatore – ha proseguito Lanciani –, deve metterci le mani e decidere da quando questo sistema potrà partire e non che noi ci troviamo già irregolari e con le tasse da pagare".

"Quando il prezzo aumenta per il cliente è sempre un duro colpo, soprattutto se fino a oggi non ha mai pagato l’Iva. Non si tratta di essere contrari per il nostro tornaconto, ma dell’interesse dei clienti – ha detto Roberto Concetti, titolare di Autoscuola Marche –. Non so sinceramente come dovremo muoverci per il pagamento retroattivo, stiamo valutando con il commercialista, ma cosa facciamo richiamiamo tutti i clienti degli ultimi cinque anni? Se proprio era necessario, si poteva fare un aumento più graduale".

"Sono rimasto sconvolto, mi sembra qualcosa di assurdo dover far pagare l’Iva ai clienti che negli ultimi cinque anni hanno preso la patente, e inoltre, è anche difficilmente fattibile. Come facciamo? – ha aggiunto Sandro Savi titolare dell’autoscuola maceratese –. Da un giorno all’altro viene fuori improvvisamente che i clienti devono pagare l’Iva, quando magari ho già fatto proposte e stabilito i prezzi". Il rischio maggiore per le autoscuole è quello di dover tirare fuori i soldi di tasca loro.

"Finirà che l’Iva la dovremo pagare noi, ma così non è possibile: non possiamo rifare il bilancio e riaprire i conti, andare a vedere le fatture di anni fa – ha dichiarato Renzo Pupilli, titolare dell’autoscuola Dorevì –. Così non ci mettono nelle condizione di lavorare, è una cosa che mi ha spiazzato. Momentaneamente mi devo adeguare, ma per le piccole realtà diventa difficile".