La grande famiglia che fa forte lo Sferisterio

Oltre 400 persone indispensabili per lo svolgimento del Mof. De Santis: "Grazie a loro il dopo Covid è stato subito un successo"

Migration

Hanno montato e smontato scenografie, impostato le luci, cucito abiti, preparato acconciature, truccato gli artisti, staccato i biglietti e accompagnato il pubblico in sala. Sono la parte nascosta, ma senza la quale il Macerata Opera Festival non riuscirebbe a essere quella macchina organizzativa perfetta che, ad ogni stagione, raggiunge risultati importanti. Sono le oltre 400 persone, la maggior parte maceratesi, che formano la grande famiglia delle maestranze, tra volti oramai storici come Mauro De Santis (direttore di produzione), Gianfranco Stortoni (segretario artistico), Franziska Kurth (assistente alla direzione artistica), solo per citarne alcuni, ai nuovi innesti come Porziana Catalano (direttrice degli allestimenti). Molti quelli ritratti nelle foto presenti su queste pagine, scattate da Luna Simoncini (altro nuovo innesto del festival, insieme alla sorella Alia che ha curato i video) durante l’allestimento del Barbiere di Siviglia, ma molti altri ancora ne mancano all’appello. Perché, come ricorda De Santis "quest’anno, se consideriamo tutte le figure che sono salite sopra al palco, tra le orchestre e i corpi di ballo, avremo superato le mille persone".

Una stagione impegnativa che, per molti tecnici è partita a maggio quando si sono dovute rimontare le sedie che, negli ultimi due anni, erano state tolte dall’arena per rispettare il distanziamento imposto dal Covid. "Vedere l’impegno delle maestranze nel riposizionare le sedie ci ha dato l’idea della grande voglia che ci fosse di ritornare a una certa normalità – racconta De Santis –. Tutti avevamo voglia di rivedere l’arena tornare quella che era e, già con il primo impatto da vuota, il colpo d’occhio, è stato molto emozionante". Anche se il Covid, come successo a molti, non ha risparmiato nemmeno i professionisti dell’arena e alcuni sono dovuti rimanere a casa per qualche giorno, a partire dal direttore artistico Paolo Pinamonti che ha saltato il debutto della Tosca proprio perché si era messo in isolamento precauzionale, dopo essere stato in contatto con un positivo. "Lavorare con il nuovo direttore – conclude De Santis – è stato molto interessante e questo ponte che ha voluto creare tra opera e cinema è stata una bella esperienza anche per noi. Siamo un gruppo coeso e la passione, l’affetto per lo Sferisterio e per questo festival, pur nelle difficoltà che non mancano, sono quel mix che ci permette di far andare sempre avanti lo spettacolo e, ci sembra, con buoni risultati".