La musica dei Nomadi sui Sibillini "Le nostre canzoni per gli sfollati"

Domenica il concerto a Pintura di Bolognola, Beppe Carletti: "È importante avere fiducia nella vita".

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La musica dei Nomadi (va da sé) non si ferma e fa tappa sui Sibillini. Domenica, alle 17, piazzale Pintura di Bolognola farà da scenario al concerto di "Milleanni Tour. Per mille anni il suono delle idee". Uno spettacolo in alta quota con vista mare, nel Comune più alto delle Marche, come dice la Pro Loco Bolognola. Il gruppo, fondato nel 1963 dal tastierista Beppe Carletti e dal cantante Augusto Daolio (morto nel 1992), ripercorrerà il repertorio dagli esordi a oggi, passando per i grandi classici. "Sarà bellissimo – dice Carletti – considerato anche il posto in cui suoneremo, a 1.300 metri, in montagna e nella natura". E così si racconta.

Beppe Carletti, qualche anticipazione della serata?

"Ripercorreremo la nostra strada, fatta di 57 anni e 330 canzoni. Sono testi senza tempo, ecco perché sono cantati da persone di tutte le età, che partecipano ai concerti. Non abbiamo mai usato un linguaggio che va per la maggiore, legato prettamente alla moda di un’epoca: i temi sono universali. Cerchiamo di parlare alla gente e di coinvolgerla nel concerto. La gente non dimentica (e fa l’esempio di Salvador Allende Gossens e del golpe cileno del 1973, che sono ricordati in Salvador, quindici anni dopo)". Com’è stato, per lo "spirito nomade" affrontare clausura e lockdown?

"Siamo abituati a viaggiare, a stare sempre sul palco. Ma ovviamente siamo rimasti immobili come tutti. Abbiamo ripreso il tour con due concerti e ora ne faremo altri sette fino alla metà del mese di settembre. Ma di ottanta spettacoli previsti per quest’anno, ne saranno svolti e soltanto una ventina".

Però avete pensato ugualmente alle maestranze…

"Sì, ci siamo abbassati i cachet per destinare una parte personalmente ai nostri tecnici. Sarebbe bello se tutti i gruppi facessero così anche per aiutare chi fa questo lavoro prezioso".

Come sono "cresciuti" i Nomadi in questi anni?

"Continuando a respirare musica. Ascoltando musica, anche quella corrente, si evolve e la tecnologia aiuta. Il segreto è: stare al passo con i tempi, ma rimanendo sempre se stessi".

Che consiglio darebbe ai giovani?

"Dare consigli è sempre una responsabilità. Ma penso che se uno crede in quello che fa, è giusto che lo faccia, senza guardare solo al successo. Nel passato c’erano più opportunità di fare musica dal vivo, le feste popolari con migliaia di persone, le balere, locali ampi. Oggi, pur essendo tutto molto veloce e a portata di click, mancano le esperienze come quelle".

Il concerto di dopodomani sarà nel cratere sismico. Qual è il ruolo della musica?

"La musica non ricostruisce le case, però distoglie dai brutti pensieri e risolleva dalla tristezza. Oltre al sisma c’è stato il Covid e sebbene i terremotati aspettino da un po’ e le parole passino e contino i fatti, è importante avere comunque fiducia nella vita, andare avanti".

Lucia Gentili