Mondial Suole, due investitori alle porte

Da quanto trapela sarebbero interessati a entrare nel gruppo. Ieri si è svolto un incontro in Confindustria tra le parti, oggi nuovo sciopero?

Mondial Suole, due investitori alle porte

Mondial Suole, due investitori alle porte

di Giorgio Giannaccini

Ci sarebbero due nuovi investitori disposti a rilevare la Mondialsuole Group di Porto Recanati, che conta 150 operai divisi nei tre stabilimenti Mondial Suole, Mondial Due e Mondial Plast. Questo emerge dopo che nei giorni scorsi è stata presentata, al tribunale di Macerata, l’istanza per il fallimento dell’azienda da parte di alcuni creditori. Ieri pomeriggio, nella sede di Confindustria, ad Ancona, c’è stato un nuovo incontro tra le Rappresentanza sindacale unitaria dei lavoratori, Giuliano Caracini (segretario regionale di Femca Cisl), Marco Bracalente (segretario regionale di Filctem Cgil) e il direttore dell’azienda Attilio Mucelli. I sindacati hanno detto che il tema trattato è stato quello di dare ai 150 dipendenti "chiare prospettive di continuità occupazionale", come già era stato richiesto nelle scorse settimane. Anche perché, sebbene si è tenuta la prima udienza per l’istanza di liquidazione giudiziale, ancora il tribunale non ha sciolto le riserve su come procedere. Non solo, da indiscrezioni pare che ci siano due imprenditori pronti a rilevare l’azienda, ma è mistero sulla loro identità. Sta di fatto che stamattina ci sarà una nuova assemblea tra lavoratori e sindacati, per decidere il da farsi e quindi se far ripartire lo sciopero o meno. Però l’ipotesi più accreditata, al momento, è quella che potrebbero ripartire le proteste dei lavoratori. Insomma, la situazione non migliora per gli operai della Mondialsuole Group. A oggi, ai cento operai della Mondial Suole non è stata l’intera mensilità di dicembre, idem ai 50 dipendenti della Mondial Due e della Mondial Plast. Tra l’altro, bisognerà vedere se l’azienda riuscirà ad erogare in questi giorni la mensilità di gennaio, che in caso contrario metterebbe ancora più in difficoltà i lavoratori. Inoltre, si aspettano novità su come andrà a finire la richiesta fallimentare. E le prospettive sono due. La prima, in caso la società fosse autorizzata, potrebbe portare avanti la produzione con una amministrazione controllata dal tribunale, e ciò darebbe qualche speranza ai dipendenti. Sennò, l’alternativa è la chiusura con la liquidazione di tutti i beni e il saldo dei vari debiti accumulati. A meno di nuovi ingressi nel capitale sociale che rimescolerebbero le carte in tavola.