Morto don Carnevale, studioso di Carlo Magno

Salesiano ed ex insegnante, aveva 96 anni: domani l’ultimo saluto. Le sue teorie sui carolingi nella val di Chienti fecero il giro del mondo

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di Andrea Scoppa

Ha rattristato l’intera Macerata, generazioni di studenti e appassionati di storia, la notizia della morte di don Giovanni Carnevale, sacerdote dei Salesiani. Nativo di Capracotta, ordinato nel 1951 e dieci anni dopo trasferitosi nel capoluogo, è deceduto a 96 anni ieri dopo pranzo proprio nell’Istituto dove a lungo aveva insegnato, grazie alle lauree in Lettere e Lingue. Una figura apprezzata dagli alunni e emersa ancor più una volta andato in pensione, da allora infatti si era dedicato agli studi sull’Alto Medioevo realizzando decine di pubblicazioni sulla presenza carolingia nella valle del Chienti. Secondo Carnevale, Aachen non era la reale Aquisgrana che invece lui indicava nell’Abbazia di San Claudio, un’ipotesi che dopo sarcasmo e scetticismo, aveva sempre più preso piede nella collettività (cittadino onorario di Corridonia nel 2017), tanto da arrivare a puntate fatte dalla Rai e servizi della Bbc. Per lui la mummia con una spada rinvenuta all’interno dell’Abbazia nel 1926 era il corpo di Ottone III e appunto la chiesa corrispondeva alla Basilica di Aquisgrana vista e descritta da Vidukind nel 1936. Tra il 2013 e il 2016 l’escalation di interesse e curiosità portò a lavori di equipe specializzate (ma mai veri scavi) che evidenziarono qualcosa simile al tuguriolum come indicato dal conte di Palazzo Ottone di Lomello e secondo Carnevale lì sarebbe tumulato nientemeno che l’Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo Magno. Al Carlino lo ricorda l’ingegnere Alberto Morresi che aveva spinto per la creazione del Centro Studi di San Claudio al Chienti, divenendone presidente. "Sono addolorato per la perdita di don Giovanni Carnevale, amico e uomo dotato di grandissima cultura. Era anche stato il mio professore al liceo. Negli ultimi anni gli è stato vicino Domenico Antognozzi, chiamato a scrivere i testi che don Giovanni dettava. Una persona dalla capacità oratoria trascinante, aperto comunque ad ogni discussione. Purtroppo negli ultimi mesi causa Covid, quindi per le restrizioni e per la doverosa prudenza, non lo avevo più incontrato (aveva appena fatto la doppia vaccinazione). Fondammo il Centro Studi proprio per il timore che, quando sarebbe arrivato questo bruttissimo giorno, le sue teorie potessero venir perse". L’ultimo desiderio del sacerdote e del professore era di essere sepolto a San Claudio, i funerali si terranno domani alle 10 nella chiesa dei Salesiani.