Ultimo Natale nelle casette per i terremotati? "Speriamo" / VIDEO

Siamo andati in uno dei villaggi di Valfornace (Macerata), dove la vita è problematica e il maltempo ha costretto al buio e al freddo gli abitanti

Valfornace (Macerata), 23 dicembre 2021 - "Tornare a casa". E’ l’augurio che si fanno i terremotati delle casette, nel sesto Natale da sfollati. E l’amarezza è che non sanno quando sarà possibile rientrare, perché per tanti di loro deve ancora iniziare la demolizione della casa inagibile. Questa volta le voci di coloro che vivono nelle soluzioni abitative in emergenza (le cosiddette Sae) arrivano da Valfornace, paesino dell’entroterra maceratese con 956 anime. In totale a Valfornace ci sono 151 Sae (distribuite su quattro aree), di cui 38 a Piani Campi, consegnate nell’aprile 2018. In quest’ultima zona, e in diverse frazioni, dieci giorni fa c’è stato un blackout causato del maltempo: per mezza giornata gli abitanti sono rimasti senza luce e riscaldamento.

Un giorno con quelli che non si arrendono
Un giorno con quelli che non si arrendono

Con i conseguenti disagi, soprattutto per bambini e anziani. "Ma siamo persone ruspanti", dice un 76enne del posto, Gianfranco Santoni, mentre spala la neve. Forse il segreto del territorio sta tutto qui: nell’andare avanti comunque, senza piangersi addosso. La sua abitazione sarà demolita a febbraio. L’area Sae di Fiordimonte è una sorta di villaggio di famiglie. Maila Riccioni e suo marito hanno due bimbe, di 6 e 2 anni e due cani; vivono tutti insieme in 60 metri quadrati. Dopo le scosse del 2016 (con la prima figlia di un anno), hanno passato un periodo anche nei container, nella frazione di Arciano. "Non avere la corrente per un giorno è stato problematico, soprattutto per chi ha bambini – spiega Maila -. Fortunatamente verso le 19.30 è tornata, per cui la notte è andata bene. E’ la prima volta che succede: nel 2017 c’era stata una grande nevicata ma non aveva portato con sé criticità. L’augurio è tornare a casa. La nostra abitazione è da demolire, il cantiere dovrebbe decollare il prossimo anno".  

Maila è tra le abitanti più giovani di Piani Campi; racconta che, sotto lockdown, i residenti delle Sae si sono fatti compagnia perché bastava affacciarsi alla finestra per scambiare due parole, essendo le casette una vicino all’altra. Di contro, affrontare un’eventuale quarantena in una Sae di 40 o 60 metri quadrati e un unico bagno ovviamente non aiuta a limitare i contagi. "Mia madre ha 93 anni – dice Augusta Paoletti – e abbiamo cercato di riscaldarla il più possibile l’altro giorno con quello che potevamo. E’ il quarto Natale che passiamo nella casetta e cerchiamo di addobbarla il più possibile a festa". Pure la sua casa è ancora da demolire. Sono invece quasi completati i lavori per il 91enne Eligio Cicconi, che ha fatto il muratore per una vita: nella bella stagione del 2022 dovrebbe varcare la soglia di casa. "I miei figli vivono per me – afferma -, ho tre nipoti e questo mi basta". "Abbiamo fatto di tutto per restare qui e rendere più accoglienti le strutture, in un clima familiare – aggiunge Santoni -, ma in realtà non ci si abitua mai".  

"Sarà un vero Natale quando tutti torneranno a casa – dichiara il sindaco Massimo Citracca -. Capisco l’insofferenza delle persone: anche se le Sae sono sistemazioni dignitose, non sono comunque delle abitazioni vere e proprie. Tutti stiamo lavorando per tornare alla normalità, abbiamo fiducia". Specifica che la scorsa estate sono stati eseguiti lavori sulla linea elettrica (anche per la fibra) e soni stati sostituiti i tralicci, da parte di Enel. "Con il commissario straordinario Legnini c’è stato il cambio di passo" conclude il primo cittadino.