Omaggio a Grazia Varisco: "Grande talento creativo"

Il premio Svoboda e il titolo di accademico onorario all’artista milanese. Poi il taglio del nastro dell’esposizione nella galleria di piazza Vittorio Veneto.

Omaggio a Grazia Varisco: "Grande talento creativo"

Omaggio a Grazia Varisco: "Grande talento creativo"

Alla milanese Grazia Varisco è stato conferito il titolo di accademico onorario. Il premio Svoboda al talento creativo di cui l’artista classe ‘37 è stata insignita ha inaugurato l’anno accademico 23/24 dell’Accademia di belle arti maceratese. Alla cerimonia, tenuta nell’auditorium della Mozzi Borgetti alla presenza di numerosissimi studenti, oltre che di autorità come il comandante della polizia locale Danilo Doria e l’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta (che ha sottolineato il valore di ospitare un’artista donna), ha fatto seguito l’apertura della personale antologica della Varisco alla galleria di piazza Vittorio Veneto. La mostra resterà aperta fino al 2 giugno. Al tavolo dei relatori si sono susseguiti gli interventi della direttrice Rossella Ghezzi, che ha sottolineato come l’opera dell’artista "mantenga un forte coerenza espressiva lungo tutto il suo percorso" e di Vittoria Coen, professoressa di estetica, che ha messo in risalto "come prima della liquida società odierna ci sono stati decenni in cui in campo artistico e visivo la sperimentazione è stata decisa e divertita". Ricordando la formazione della Varisco, che è stata, all’accademia di Brera, insegnante nella cattedra di teoria della percezione e psicologia della forma, il presidente dell’Accademia di belle arti maceratese, Gianni Dessì, ha introdotto criticamente l’artista milanese: "La nostra è una lunga conoscenza, è un piacere per noi ospitarla". Rivolgendosi agli studenti ha poi consigliato: "Presterei particolare attenzione, osservando le opere della Varisco, alla luce che scaturisce dalla prima percezione. C’è la volontà di vedere le cose da un punto d’osservazione originale, di creare manufatti di cui non si conoscevano le categorie lungo tutta la storia dell’arte. Negli anni ‘70, alcuni artisti come quelli del gruppo T come Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele De Vecchi, oltre alla stessa Grazia Varisco ripensarono le modalità di un certo agire. La problematica dell’origine diventò un must. Questo – asserisce Dessì riferendosi al ripensamento dei linguaggi che ha caratterizzato quegli anni – è stato il loro lascito più importante. L’arte è la fiducia in un fare che deve mettere se stesso in discussione".

A seguire, le parole dell’artista hanno catturato l’attenzione dell’uditorio: toccando temi come il gioco, dinamica "attraverso cui si conosce ciò che abbiamo vicino", ma anche la difficoltà, soprattutto al tempo dei suoi esordi, di essere un’artista donna, Grazia Varisco, ribadendo la centralità della pratica scrittoria per gli artisti, "per me divenuta fondamentale col passare degli anni", ha chiuso il suo intervento ripetendo una massima che funge da chiave di lettura per l’intera sua opera: "Il pensiero cerca la forma".