Omicidio Rosina Carsetti, il nipote: "È stato il nonno, anzi lui insieme a mamma"

Enea davanti ai giudici ha fornito due versioni sui fatti del 2020. "L’arresto è stata una liberazione, adesso mi sto riprendendo"

Enea Simonetti, ieri era in aula

Enea Simonetti, ieri era in aula

Montecassiano (Macerata), 16 settembre 2022 - Prima ha accusato il nonno, poi ha accusato anche la madre: nel giro di qualche ora Enea Simonetti, imputato con il nonno Enrico Orazi e la mamma Arianna di aver ucciso la nonna, Rosina Carsetti, la sera del 24 dicembre 2020 a Montecassiano, è riuscito a dare due versioni diverse dei fatti di quel pomeriggio. Ieri, davanti alla Corte d’assise, Enea Simonetti è stato l’unico ad accettare di sottoporsi all’esame.

Per circa tre ore, rispondendo alle domande del sostituto procuratore Vincenzo Carusi, ha dato una prima versione. Ha detto che con la nonna aveva rapporti normali, che lei era d’accordo nel fare i lavori per sistemare la casa e il giardino, dove le piante erano malate. Ha assicurato che alla nonna non mancasse nulla. Registravano Rosina di nascosto, ma solo perché preoccupati per la sua salute. Nel raccontare il 24 dicembre, il ragazzo ha detto che la madre lo aveva mandato a fare la spesa e poi a Macerata, in zona Pace, a vedere alcune case: "Volevamo trasferirci. Ma io sono rimasto un’ora e mezza nel parcheggio del supermercato a giocare con il cellulare". Il presidente Belli ha ritenuto non sembrasse "una grande trovata il pomeriggio del 24 dicembre, con il lockdown, mandare il figlio a vedere delle case al buio". Ma il ragazzo ha ribadito la versione. Poi però aveva cercato testimoni che lo avessero visto al supermercato, e poi aveva detto ai carabinieri di essere andato a Macerata. "Non ci stavo con la testa. Per me l’arresto, il 12 febbraio, è stato una liberazione. Adesso mi sto riprendendo" ha sostenuto.

Al rientro a casa, avrebbe trovato mamma e nonno legati, ha riferito di non aver creduto alla storia della rapina e di aver collaborato nella messa in scena colpendo madre e nonno e mettendo a soqquadro la mansarda. Non avrebbe avuto molte spiegazioni sul fatto che la madre o il nonno avessero ucciso la nonna. Il pm Carusi ha citato una intercettazione in caserma la sera del delitto. Arianna si era arrabbiata con Enea, che aveva negato la rapina: "Perché non hai mantenuto la versione? Che incidente è? Ritratta sennò andiamo in galera. Quando faranno l’autopsia vedranno che è stata strozzata, e chi l’ha strozzata? Io? Non può essere un incidente". "Sua madre sapeva che era stata strozzata, e ne parla come se lo sapesse anche lei – ha detto il pm -, ma quando glielo aveva detto"?

Dopo una pausa, la parola è passata all’avvocato Valentina Romagnoli, che difende il ragazzo con l’avvocato Andrea Netti, e a quel punto è iniziata una storia inedita: Arianna avrebbe chiesto a Enea di uscire quel pomeriggio, di fare un giro, senza spiegazioni; al ritorno, lui avrebbe scoperto che la madre e il nonno avevano ucciso la nonna. L’avrebbero aggredita con una coperta e soffocata, dopo un litigio perché Rosina fumava in casa; poi la madre avrebbe buttato via la coperta. Arianna lo avrebbe convinto a dire che era stato il nonno, e sebbene lui con gli avvocati avesse concordato, venerdì scorso, di dire questa verità, lei sabato per telefono sarebbe stata in grado di soggiogarlo di nuovo facendo sì che, quella mattina, lui accusasse solo Enrico Orazi. Enea Simonetti ha dato questa versione rispondendo quasi sempre "sì" o "no" alle domande articolate del difensore. "Lei è in carcere da febbraio 2021 per aver voluto coprire sua madre e suo nonno?" ha chiesto anche l’avvocato. "Sì, perché loro sono le uniche persone a cui voglio bene".