LORENZO FAVA
Cronaca

Operatori sanitari nel mirino. A lezione di arti marziali: "Così ci difendiamo da soli"

L’iniziativa della Cisl dopo l’impennata di aggressioni negli ospedali della provincia. Una ventina di donne al corso: si tratta di infermiere e lavoratrici del pubblico impiego.

Operatori sanitari nel mirino. A lezione di arti marziali: "Così ci difendiamo da soli"

Operatori sanitari nel mirino. A lezione di arti marziali: "Così ci difendiamo da soli"

Lezioni di autodifesa per rispondere alla crescente ondata di aggressioni negli ospedali. Il primo appuntamento dell’iniziativa organizzata dalla Cisl è andata in scena ieri al Cus di Macerata: a prendervi parte, una ventina di donne, non solo operatrici sanitarie, spinte ad imparare i rudimenti delle tecniche di difesa da fattori lavorativi ma anche personali. A guidare la lezione, la judoka Laura Moretti, che spiega: "Abbiamo notato una grandissima richiesta di questo tipo di corsi, di cui soprattutto le donne chiedono sempre più spesso l’attivazione. È importante essere pronti. Un obiettivo raggiungibile con la pratica; qui insegniamo i rudimenti, una difesa che deriva dall’arte marziale. Il judo permette di difendersi senza eccedere nella violenza. È un buon equilibrio". Tra chi ha aderito al corso, si trovano assistenti sociali, infermiere e donne che vogliono imparare a difendersi per ragioni personali.

A lezione di tecnica di autodifesa ci sono due operatrici del pronto soccorso di San Severino, Nadia Buatti e Federica Cofanelli. "A me non è mai successo in prima persona di essere aggredita, ma un nostro dottore, aggredito da un paziente, ha saputo rispondere a colpi di karate. Questo episodio, unito a fatti di cronaca che vedono il nostro settore lavorativo molto soggetto al rischio di aggressione, mi ha spinto a iscrivermi al corso", dice Nadia Buatti. Federica Cofanelli invece racconta: "Lavoro in ambito sanitario da vent’anni, mi è successo molte volte di essere aggredita. Trovo fondamentali questi tipi di insegnamenti, non solo in contesto lavorativo; anche in ambito personale, li prendo in quanto donna. Nei pronto soccorso molto spesso si viene aggrediti dai pazienti. Ci affidiamo molto all’aiuto degli autisti e dei medici ma, capitando anche turni di donne e non avendo noi una guardia che possa intervenire, bisogna far fronte preparandosi". Roberta Staffolani si è iscritta al corso di autodifesa per ragioni personali: "Di fronte ad una possibile aggressione, che può avvenire in qualsiasi ambito, non bisogna farsi prendere dal panico". Cristina Marziali, dipendente dell’Ufficio tecnico del Comune, sottolinea: "Non mi è mai capitato di essere aggredita a lavoro, sono stata spinta ad iscrivermi per questioni personali. Essendo madre di tre figlie femmine, credo che conoscere qualcosa sulla difesa personale sia importante anche per trasmetterlo a loro". Durante la lezione, la judoka ha fatto vedere come reagire a calci e pugni, come liberarsi dalle prese e far leva sui giusti punti del corpo per uscire dal pericolo di ricevere colpi. Alessandro Moretti, responsabile Cisl che ha organizzato il corso, spiega: "Il numero di aggressioni nelle pubbliche amministrazioni è aumentato, tra il 2022 e il 2023, del 30%. Di queste aggressioni, il 70% è a danno di donne. Sanità, polizia locale e assistenza sociale sono gli ambiti dove gli operatori risultano più colpiti. La Cisl li rappresenta, ed è attiva anche su altri due fronti. Quello dei documenti unici che devono valutare i rischi di chi opera in front office in primis, poi, d’altro canto, quando accadono questi eventi, vogliamo far sì che le amministrazioni datoriali si costituiscano parti civili. Chi si rende colpevole di fatti così gravi deve affrontare le conseguenze previste dalla legge".