"Politici tutti uguali, ma io voto anche a 108 anni"

Per Maria Mochi e altri tre anziani seggio volante nella casa di riposo. "Oggi c’è meno fiducia, il nuovo governo pensi di più ai giovani"

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di Lucia Gentili

"Un tempo credevamo di più nella politica. Oggi c’è meno fiducia. Ma io voto, come sempre, da quando ne ho diritto". Maria Mochi di Loro Piceno, dall’alto dei suoi 108 anni, ha fatto il suo dovere di cittadina. Ieri è stato allestito un seggio volante alla casa di riposo alla Maestà di Urbisaglia, dove si trova l’ospizio dopo il terremoto che ha lesionato la struttura di Loro Piceno. Per la signora Maria e altri tre ospiti, di 87, 86 e 79 anni, sono arrivati un presidente, un segretario e uno scrutatore. Muniti di girello o carrozzina, gli anziani hanno risposto alla chiamata alle urne (con l’aiuto del coordinatore, l’infermiere Mario Quacquarini). Maria, nata il primo gennaio 1914 a Colmurano e vissuta per tanti anni a Loro Piceno, ha visto passare la Spagnola, la fame, due guerre mondiali, il sisma e il Covid (quest’ultimo vissuto anche sulla sua pelle). Da circa un paio d’anni risiede nella casa di riposo; qui si trova bene e tira su il morale a tutti. Non ha avuto figli, ma è zia di sei nipoti. E’ vedova dagli anni Novanta. Prima di sposarsi, aveva lavorato come governante del podestà Filippo Cecchi. Ma tutti la ricordano come la cuoca della scuola materna: ha cucinato per intere generazioni, compreso il sindaco Robertino Paoloni. Anche gli ospiti della casa di riposo di Mogliano, delocalizzata sempre alla Maestà dopo il sisma, hanno esercitato il loro diritto: chi ha espresso la volontà di votare è stato accompagnato ai seggi in pullmino. Tra questi Renato Germani, 102 anni l’altro giorno. Sono passati 76 anni dal decreto del 10 marzo 1946 che permise alle donne con almeno 25 anni di età di poter eleggere ed essere elette alle prime elezioni amministrative postbelliche.

Maria, si ricorda la sua prima volta?

"Ricordo di averla vissuta come una bella novità, una conquista. Quando ero giovane andare a votare era come una festa. Si indossava il vestito buono, quello della domenica. Era anche un’occasione per il paese di riunirsi. E per me di uscire con le amiche".

Quanto sono cambiati i politici in questi anni?

"Secondo me, in fondo, sono sempre uguali. Al di là dei partiti, dispiace che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. E a comandare sono i più potenti. Parlano parlano, ma poi bisogna vedere se mantengono le promesse. Per questo, forse, nel tempo la fiducia è venuta meno".

Questa volta è stata indecisa sul voto?

"No, sono stata sempre dalla stessa parte".

Cosa chiederebbe al nuovo governo?

"Di pensare più alle nuove generazioni, a partire proprio dai bambini. E poi anche a noi anziani".

E’ tra le donne più longeve delle Marche e d’Italia. Come si arriva alla sua età?

"Bisogna prendere la vita come viene. Sapersi adattare. Sinceramente, non ho rimpianti. Vado avanti, mettendomi nelle mani del Signore".