Preghiere e fiori sul marciapiede della morte

Il fratello di Alika: "Chi ha ammazzato meriterebbe la pena capitale. Il governo italiano non faccia pressioni per il funerale"

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di Chiara Gabrielli

"Ci siamo sentiti il 26 luglio, è l’ultima volta che ho parlato con mio fratello. Poi me l’hanno ammazzato. In quell’occasione ci siamo raccontati delle nostre famiglie. Io vivo in Spagna, e lui nel 2019 era anche venuto a trovarmi. Non so trovare le parole per spiegare cosa ho provato quando ho saputo che era stato ucciso. Il killer meriterebbe la pena capitale". Non riesce a nascondere il dolore e la rabbia per aver perso Alika senza una ragione, così, senza senso, il fratello Ewere Wisdom, venuto apposta dalla Spagna per dargli un ultimo saluto. Dall’obitorio, ieri mattina, prima di partecipare al corteo per le strade di Civitavova, chiede giustizia: "Ora il governo non faccia pressione alla famiglia per il funerale". Da Arezzo è arrivato l’altro fratello di Alika, Endourance. Si stringono alla vedova, Charity, che in obitorio è accasciata su una sedia, non dice una parola. Continua a piangere. Poi via, alla grande manifestazione.

Ci sono striscioni per Alika, fiori bianchi, slogan, tante preghiere trasformate in canti. Un dolore potente che abbraccia tutta Civitanova: dallo stadio alla piazza, nonostante la fatica per il gran caldo, Charity marcia sempre in testa al corteo, è straziata, prega per il marito che è uscito per andare a lavorare e non è più tornato a casa. Anche lei si unisce ai cori che chiedono giustizia per Alika, morto ammazzato in mezzo sul marciapiede del corso principale mentre dei passanti facevano dei video con il telefonino, massacrato da Filippo Ferlazzo, 32enne di Salerno.

Alla fine, in piazza, i familiari di Alika ascoltano i tanti interventi della folla, poi si va sul luogo dell’omicidio, a due passi da lì: e qui, la comunità nigeriana si inginocchia per una lunga preghiera. La vedova non riesce più a stare in piedi, va a sedersi. Vengono lasciati dei fiori per Alika, in mezzo a una marea di bigliettini, cartelli, lumini. "Ora non dimenticateci – chiede la famiglia -. Qui c’è un bimbo rimasto orfano, c’è un uomo che abbiamo amato e non rivedremo mai più. Non lasciateci soli". Il funerale sarà fissato quando gli altri familiari si saranno organizzati per venire in Italia dalla Nigeria.