Saltato il primo tentativo di conciliazione tra Dicearco costruzioni di Messina e il Comune di Porto Recanati, ma ora ci si riprova. Il 2 novembre, si è tenuta l’udienza al tribunale di Macerata, per tentare la via della conciliazione tra le parti dopo un lungo contenzioso, nato per dei lavori di difesa della costa mai eseguiti. Tutto è cominciato nel 2014, quando la Dicearco ha vinto la gara d’appalto per eseguire un intervento sul litorale sud per circa quattro milioni di euro: prima il ripascimento e poi la posa in opera delle scogliere. Ma a gennaio del 2015, l’allora giunta Montali ha revocato l’affidamento dei lavori alla ditta "per grave inadempimento" perché, a parere del Comune, non erano stati svolti a regola d’arte i lavori di ripascimento. Il Comune aveva dunque rimandato alla Regione il compito di provvedere a un nuovo intervento di difesa della costa al Lido delle Nazioni, poi sfociato in un altro progetto (che ora si sta concludendo). Nel frattempo, però, la Dicearco si è rivolta al tribunale civile di Macerata, facendo causa al Comune e chiedendo 800mila euro di danni: 315mila euro per il fermo del cantiere e 502mila tra danni di immagine, costi sopportati e risarcimenti per lavori non eseguiti. Il Comune, a sua volta, ha chiesto la polizza fideiussoria di 450mila euro, posta a garanzia dei lavori, ottenendo dal tribunale un decreto ingiuntivo, che in seguito è stato impugnato dalla ditta. Il tribunale, reputando spinosa e intricata la questione legale, ha di recente proposto di provare la via della conciliazione, chiedendo a entrambe le parti di rinunciare alle pretese economiche. Ma nell’udienza del 2 novembre la Dicearco ha rifiutato la conciliazione. Ora il giudice ha dato 80 giorni di tempo per trovare un accordo economico, sennò la causa andrà avanti. "Volevamo chiudere questa faccenda che va avanti da troppo tempo, ma non è stato possibile, perché la Dicearco non lo ha voluto – ha detto il sindaco, Roberto Mozzicafreddo –. A breve, la ditta ci contatterà per illustraci la nuova richiesta di risarcimento, che sarà ovviamente inferiore a 800mila euro. Vedremo se sarà una cifra giusta da accettare. Ho sempre detto che cerchiamo una soluzione nei limiti della ragionevolezza, e comporti il minore aggravio possibile per le casse comunali".
Giorgio Giannaccini