
I carabinieri di Macerata hanno arrestato il 36enne in flagranza del reato
Macerata, 2 gennaio 2025 – Tentata rapina in un negozio, l’ultimo dell’anno, a Macerata. Un 36enne pugliese ha afferrato la titolare per il collo. Prezioso l’intervento di un collega e di alcuni clienti presenti. I militari della sezione radiomobile della Compagnia dei carabinieri di Macerata hanno arrestato, in flagranza del reato, un 36enne originario della provincia di Foggia, residente a Macerata, già noto alle forze di Polizia. Si tratta dello stesso uomo che aveva aggredito il personale del pronto soccorso di Macerata a metà dicembre. Martedì pomeriggio l’uomo, con il volto coperto da un passamontagna e indossando guanti in lattice, è entrato in un esercizio commerciale del capoluogo di provincia e, approfittando di un momento di distrazione della titolare, ha afferrato la donna per il collo intimandole di consegnare l'incasso.
La vittima è riuscita a liberarsi della presa, anche grazie all’intervento di un altro dipendente dell’attività e di alcuni clienti, costringendo il malvivente a fuggire. Grande lo spavento per la donna, nonostante il coraggio dimostrato. Le indagini avviate dai militari, intervenuti sul luogo tempestivamente, grazie anche all'analisi delle immagini di videosorveglianza, hanno consentito di raccogliere “gravi indizi di colpevolezza” contro il pugliese, che è stato rintracciato e arrestato nella sua abitazione, dove sono stati rinvenuti anche gli abiti indossati al momento del reato tentato. Il 36enne era già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, emessa dall’autorità giudiziaria di Macerata, in quanto lo scorso 17 dicembre era stato fermato al pronto soccorso dell’ospedale di Macerata, dopo aver aggredito due infermieri. Dopo le formalità di rito, è stato condotto al carcere di Ancona, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Il 17 dicembre il 36enne aveva aggredito due infermieri e una guardia giurata. "Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che il soggetto in questione è arrivato in ospedale perché si era sentito male, ma senza dare alcun segno di agitazione o alterazione al momento dell’accesso. Il finimondo si è scatenato quando un infermiere lo ha chiamato: gli è bastato questo per dar vita a una reazione incontrollata, per contenere la quale sono intervenuti in tre. Poi è arrivata la Polizia”, era stato la descrizione dei vertici Ast.
Tre giorni dopo, a Civitanova, dove una donna, giovane medico di base, dopo essere stata sbattuta contro una porta, era stata costretta a rifugiarsi nella stanza della segretaria dello studio, chiudendosi a chiave, per sfuggire alle violenze del familiare di un paziente. In questo caso non c’entrava il pugliese. A fronte di questi episodi, la Regione, le cinque Aziende sanitarie territoriali, l’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche e l’Inrca hanno deciso di costituirsi parte civile nei procedimenti penali per violenza, minacce e atteggiamenti vessatori nei confronti del personale della sanità. Ad annunciarlo era stato il vicepresidente della Regione Filippo Saltamartini.