Re Carlo III e quel filo con il Maceratese

Nel 1988 trascorse alcuni giorni tra casa Leopardi a Recanati, l’abbazia di Fiastra e Monte San Martino dove volle ammirare il Crivelli

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di Paola Pagnanelli

Non aveva ancora 40 anni Carlo d’Inghilterra quando, a maggio del 1988, decise di compiere un viaggio in Italia per scoprire le Marche. Sono passati 34 anni da allora, eppure resta vivissimo il ricordo del tour fatto da colui che all’epoca era il principe del Galles, e oggi è il re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Il principe, che era sposato con lady Diana Spencer dal 1981, decise di venire a vedere alcune bellezze delle Marche, dopo aver ammirato la Toscana e l’Umbria.

Il 10 maggio 1988 atterrò da Londra all’aeroporto militare di Falconara, a bordo di un quadrimotore pilotato da sé. Accolto dal prefetto di Ancona, dal console generale inglese e dal conte Vanni Leopardi, al volante di una Jaguar arrivò a Recanati, scortato da poliziotti e guardie del corpo. La contessa Anna Leopardi con i figli e i nipoti lo accolsero nel palazzo dove visse il poeta, e da dove il principe partì per ammirare poi il palazzo ducale di Urbino e la casa natale di Raffaello. Ma l’erede al trono volle conoscere anche alcune bellezze del Maceratese nel corso di questa vacanza marchigiana. Fu così che si diresse verso Urbisaglia, dove visitò prima l’Abbadia di Fiastra e il palazzo Bandini, e poi la zona archeologica dell’antica Urbs Salvia. Giornalisti, fotografi e curiosi furono educatamente allontanati, ma Roberto Cruciani, che si era trovato all’ingresso degli scavi, riuscì a scattare qualche foto del suo arrivo. Poi Carlo si spostò a Monte San Martino per ammirare le opere di Carlo e Vittore Crivelli, artisti veneziani del Quattrocento. Il piccolo paese custodisce, infatti, un polittico dei due fratelli, e un trittico e un polittico attribuiti a Vittore. Ad accompagnarlo nella visita fu l’ambasciatore Giulio Pascucci Righi, originario di Amandola, e a riceverlo c’era il sindaco Mauro Virgili, oltre a una folla di curiosi arrivati per vedere l’augusto principe.

Le visite di Carlo d’Inghilterra erano private, e solo pochissimi erano ammessi a seguirlo dal servizio di sicurezza che lo circondava: in particolare, a Monte San Martino oltre all’ambasciatore Pascucci c’erano il conte Leopardi, il parroco Gennaro Ferretti, l’impiegato Pierpaolo Bottoni con il fratello Gioele e qualche poliziotto. I fotografi, che si erano nascosti nella cantoria della parrocchia per rubare qualche scatto della visita, dopo i primi flash furono allontanati. Il principe si fermò ad ammirare le opere, firmò il registro degli ospiti, e poi ricevette dal sindaco le chiavi del paese. Per Monte San Martino furono momenti molto emozionanti, tuttora ben impressi nel ricordo dei presenti.