Roghi da Camerino a Porto Recanati Elettricista condannato a due anni

Migration

Per otto incendi appiccati in una settimana, da Camerino a Porto Recanati, è stato condannato a due anni e 20 giorni di reclusione un elettricista 34enne di origini russe, residente a Pioraco. Ora l’uomo resta in una clinica psichiatrica fuori provincia. Tutto era iniziato a Castelraimondo il 28 maggio del 2021, quando in un cantiere presero fuoco due camion contenenti polistirolo; il rubinetto dell’acqua lì vicino risultò divelto da una fiamma. Il giorno dopo, si registrò un altro incendio al Jet Residence di Porto Recanati, dove presero fuoco i cartoni nell’isola ecologica e parte del giardino. Nella notte tra il 30 e il 31 maggio, l’allarme scattò in una officina di Gagliole, dove finirono in fumo due muletti, un compressore, un macchinario per il lavaggio dei camion e un motore; il rogo causò danni per qualche decina di migliaia di euro. Poi ancora a Castelraimondo, il 31 maggio, nell’edificio della Costruzioni futura prese fuoco il cappotto termico e il seminterrato, dove c’erano cinque bombole a gas; solaio e travi in cemento rimasero parzialmente distrutte, ma per fortuna non ci fu l’esplosione. Un altro incendio, il quinto, si registrò la sera del primo giugno a Camerino, nel negozio "Amici a 4 zampe" in via D’Accorso. In quel caso, le telecamere ripresero il piromane in azione. La sera stessa, nel bagno del bar Enjoy a Camerino, prese fuoco il distributore della carta; il locale risultò chiuso a chiave, e in pochi minuti si riempì di fumo. Il settimo episodio avvenne a Camerino il 3 giugno, quando furono cosparsi di benzina un cestino per i rifiuti e un secchio in un’area di servizio, a 30 metri dal serbatoio del Gpl. Intanto però i carabinieri erano sulle tracce del piromane e lo fermarono. L’elettricista ammise tutto e chiese di essere portato da un medico per essere aiutato. Ma anche in ospedale non riuscì a tenere a bada le sue pulsioni: al pronto soccorso di Camerino, rimasto solo per qualche minuto, manomise un quadro elettrico, facendo partire un incendio e riempiendo di fumo il reparto. Per lui, l’avvocato difensore Giovanna Sartori aveva chiesto il giudizio abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica, affidata al dottor Gianni Giuli. Lo psichiatra ha dichiarato il 34enne semi incapace di intendere e di volere, e con una pericolosità ridotta rispetto all’inizio, grazie al percorso terapeutico che sta seguendo in clinica. Ieri inoltre, in tribunale, l’avvocato Sartori ha fatto presente che soltanto tre episodi erano degli incendi, mentre gli altri erano solo tentati incendi, puniti in modo meno grave. Alla fine, il giudice Domenico Potetti ha inflitto all’imputato la pena due anni e venti giorni; una volta scontata, per lui scatterà la misura di libertà vigilata.

Paola Pagnanelli