PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Ruba i documenti al suo ospite. Poi gli addebita le notti in hotel

Condannato un umbro. Alla vittima del furto erano arrivate le richieste di pagamento

Ruba i documenti al suo ospite. Poi gli addebita le notti in hotel

Ruba i documenti al suo ospite. Poi gli addebita le notti in hotel

Approfittando della gentilezza e della buona fede di un maceratese, gli aveva preso la carta di identità addebitandogli poi tutti i conti dei suoi alberghi. Per questo un 64enne di Spoleto è stato condannato a quattro anni di reclusione. Il fatto era successo il 28 dicembre del 2018. L’uomo, Dino Ricci, in corso Garibaldi aveva incrociato un maceratese e gli aveva chiesto di cambiare 20 euro per comprare le sigarette. I due si erano messi a parlare, e l’umbro, dopo aver detto di chiamarsi Massimo e di essere venuto per visitare la città da turista, in sella alla sua bicicletta da Ravenna. Il maceratese gli aveva offerto ospitalità, per una doccia e una notte, rifiutando però di accoglierlo fino a Capodanno come il sedicente Massimo gli aveva chiesto. Così il giorno dopo i due si erano salutati.

Ma a febbraio, al maceratese era arrivata la richiesta di pagare 80 euro per due pernottamenti in un hotel di Imperia fatti a metà gennaio. Chiedendo chiarimenti, il maceratese aveva scoperto che qualcuno si era registrato in quell’albergo usando la sua carta di identità, ma la foto sul documento era quella del finto Massimo. La stessa cosa sarebbe avvenuta a Pietra Ligure, dove il conto da saldare era di 236 euro per due notti. Dalle indagini, venne fuori che lo stesso soggetto avrebbe rubato anche la Fiat Panda di un religioso, alla fine di dicembre 2018. Mentre quello stava dicendo la messa, lui si sarebbe spacciato per un caro amico del parroco, si sarebbe impossessato delle chiavi e poi sarebbe partito con la vettura. Su questo episodio però non è stata presentata la denuncia, al contrario degli altri per i quali l’umbro è finito sotto processo con le accuse di furto e sostituzione di persona. Ieri per lui, nell’ultima udienza del processo, il pm Francesca D’Arienzo ha chiesto la condanna a cinque anni e mezzo di reclusione per l’imputato, non nuovo a vicende del genere. Il giudice Domenico Potetti gli ha inflitto la pena di quattro anni, senza la condizionale. Ma ora Ricci potrà comunque fare appello contro la sentenza di primo grado.