’San Nicola’ di Tolentino ritrova i suoi ’fratelli’ dopo cinquecento anni

Riunite in una mostra a Milano le tavole dei santi che costituivano la parte centrale del Polittico di Piero della Francesca.

’San Nicola’ di Tolentino ritrova i suoi ’fratelli’ dopo cinquecento anni

’San Nicola’ di Tolentino ritrova i suoi ’fratelli’ dopo cinquecento anni

“San Nicola da Tolentino” di Piero della Francesca, tempera e olio su tavola, è una delle opere dedicate all’iconografia del santo taumaturgo marchigiano tra le più studiate dagli storici dell’arte. Il dipinto, di proprietà della collezione Poldi Pezzoli di Milano, è esposto in questi giorni nell’omonimo museo del capoluogo lombardo in una mostra che per la sua unicità sta destando l’interesse internazionale degli studiosi del primo Rinascimento, contribuendo a ricostruire la storia dell’opera di cui il “San Nicola” era parte. La tavola raffigurante il santo di Tolentino (139 centimetri di altezza per 59 di larghezza), infatti, costituiva uno dei quattro pannelli centrali di un polittico realizzato da Piero della Francesca tra il 1460 e il 1469 per la chiesa del convento degli agostiniani di Borgo San Sepolcro (Arezzo). Meno di un secolo dopo la sua ultimazione il polittico fu smembrato e le singole parti andarono disperse. La maggior parte delle tavole non sono mai state ritrovate, mentre dei pochi pannelli rintracciati solo quello raffigurante San Nicola è rimasto in Italia, acquistato a metà dell’Ottocento dal conte Gian Giacomo Poldi Pezzoli. L’esposizione in corso a Milano riveste importanza storico-artistica per il fatto che dopo oltre 500 anni torna a riunire i quattro santi (Sant’Agostino, San Michele Arcangelo, San Giovanni Evangelista e San Nicola da Tolentino) raffigurati in origine nella parte centrale del polittico. Si tratta di una mostra (visitabile fino al 24 giugno) irripetibile, poiché frutto di un’azione internazionale, che ha coinvolto il Museo nazionale di Lisbona, la National Gallery di Londra e The Frich Collection di New York. Il “San Nicola” di Piero della Francesca – ricorda padre Marziano Rondina, che a Tolentino è stato a lungo priore e ha guidato anche l’Ordine degli agostiniani d’Italia – ha fatto discutere a lungo gli storici dell’arte in quanto il dipinto si discosta in modo evidente dall’iconografia classica del Santo. La differenza maggiore sta nella figura corpulenta realizzata dall’artista rinascimentale, che, secondo alcuni studiosi, si ispirò al frate all’epoca priore del convento agostiniano di Borgo San Sepolcro.

Alessandro Feliziani