"Sempre meno acqua nelle sorgenti Situazione destinata a peggiorare"

Nardi (Ato 3): c’è una riduzione della disponibilità nella zona collinare, va meglio sulla fascia costiera "Intensificate le attività di ricerca delle perdite. Ad Apiro nuove utenze soltanto per uso potabile"

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di Franco Veroli

Il quadro della situazione emerso ieri nel corso di una riunione straordinaria dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del distretto Idrografico dell’Appennino centrale conferma (a livello di distretto) lo scenario di "severità idrica media con tendenza al peggioramento". In questo contesto si rileva una situazione meno grave, ma non per questo meno preoccupante, per i territori che si affacciano verso l’Adriatico. "Nel territorio dell’Ato 3 – spiega l’ingegner Daniele Nardi, che monitora la situazione – si conferma la riduzione della disponibilità d’acqua in particolare per gli approvvigionamenti da sorgente del territorio medio-collinare, mentre le cose vanno meglio lungo la fascia costiera, dove si attinge dai pozzi".

In ogni caso, non si aspetta che arrivi il peggio con le mani in mano. "Sono già state adottate – spiega Nardi – misure "non ordinarie", in presenza di situazioni di criticità localizzate, legate a deficit di approvvigionamento che comportano la necessità di utilizzare fonti integrative che di solito si attivano a stagione estiva più inoltrata e di sporadici rifornimenti tramite autobotte (Camerino), per far fronte a picchi di prelievo stagionali". Per il comune di Apiro, dove pure è stato potenziato l’approvvigionamento da pozzi, il gestore Apm non intende attivare nuove utenze con uso diverso da quello potabile: l’acqua è poca e si potrebbe mettere a rischio la capacità di soddisfare il fabbisogno idropotabile. "Per quanto riguarda l’approvvigionamento del territorio medio-collinare delle vallate del Potenza e del Chienti, prevalentemente da sorgenti – sottolinea l’ingegnere – c’è una continua riduzione della disponibilità d’acqua, con diminuzione delle portate assicurate sia dalle sorgenti principali che da quelle minori: la portata attualmente disponibile dalla sorgente di Valcimarra (Caldarola) è ulteriormente diminuita (22-23 litri al secondo), rendendo necessario attivare dei sollevamenti, quella proveniente dalla sorgente dell’Acquasanta (Bolognola), a servizio dell’acquedotto di Camerino, si mantiene sui 14-15 litri al secondo, per la sorgente Le Vene (Monte Cavallo), pure a servizio di Camerino, risulta attivo lo scarico di troppo pieno, pur se in evidente diminuzione". La sorgente Niccolini di Serrapetrona, a servizio di Macerata, e le fonti di approvvigionamento minori a servizio dei comuni limitrofi (Appignano, Treia), garantiscono una disponibilità ancora sufficiente a soddisfare i fabbisogni attuali, "ma è prevedibile un peggioramento della situazione in corrispondenza dell’imminente periodo estivo".

Altro fronte a forte rischio riguarda la val Musone, la cui principale riserva idrica è rappresentata dal Lago di Castreccioni, il cui livello è "al di sotto della media stagionale e in diminuzione", situazione aggravata da una crescente proliferazione algale. "Per quanto riguarda l’approvvigionamento da pozzi (Apm, Astea, Atac Civitanova) che caratterizza la fascia orientale (costiera) del territorio dell’Ato 3, al momento non ci sono reali criticità. In ogni caso state intensificate le attività di ricerca perdite. Bisogna mantenere alta l’attenzione per un utilizzo consapevole della risorsa idrica, evitando sprechi e limitando i consumi agli usi essenziali", conclude Nardi.