Paola
Pagnanelli
Quanto simbolismo c‘è nel mese di settembre. Si volta una pagina del calendario, e si archiviano le giornate infinite
in spiaggia, le serate all’aperto, il tempo lento, i viaggi, le infradito, la sabbia.
Purtroppo, il 31 agosto si archivia anche la possibilità
di rinviare a settembre:
il momento è adesso. Per iscriversi in palestra, per finire
i compiti delle vacanze, per affrontare i problemi da risolvere e per mettere i primi mattoni di quello che potrà essere il futuro prossimo e non solo, anche alla luce di quello che è stato. Nei mesi scorsi, è esplosa una violenza che non può essere ignorata. Disagio giovanile, malattia psichiatrica, solitudine sono temi che hanno bisogno di risposte, e di risorse. Non basta dire che si è riformata la sanità, perché è cambiato l’assetto giuridico delle Aree vaste, servono soldi per i servizi territoriali che, per ora, sono rimasti solo promesse e invece sono necessari e urgenti.
E poi serve la programmazione, in primis culturale perché per una stagione lirica come quella dello Sferisterio – ad esempio – non si organizza a maggio. Si organizza adesso.
Settembre è la stagione delle piogge. Qualcuno ha detto:
"La natura della pioggia è sempre la stessa, ma fa crescere le spine nelle paludi
e i fiori nei giardini".
Se la nostra provincia vuole essere un giardino, bisogna lavorarci, seminare, prendersi cura del terreno anche quando è brullo e spoglio. Non è consentito limitarsi a festeggiare per quello che si
è raccolto, e non è consentito prendersela con il Governo ladro se è nata la gramigna.