Terremoto Marche, nel cratere la terra continua a tremare

Tondi, direttore della sede Ingv di Unicam: "Scosse ancora legate alla sequenza del 2016. L’ultima con epicentro a San Ginesio riguarda un’altra faglia. Prevenzione fondamentale"

Emanuele Tondi

Emanuele Tondi

di Lucia Gentili

Ieri, all’alba, è stata registrata una scossa di terremoto di magnitudo 2.9 e profondità 22 chilometri a San Ginesio. Una scossa che non ha causati danni, ma come sempre, ogni volta che la terra trema, risveglia la consapevolezza di essere in una zona sismica. Oltre al tam tam sui social dei residenti che avvertono il sisma, molti si chiedono cosa sta succedendo. Da cosa dipende questa frequenza. A marzo e aprile, ad esempio, l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) ha registrato diciassette scosse con una magnitudo tra 2 e 3.

Oltre alla zona montana, con Valfornace, Ussita, Monte Cavallo e Castelsantangelo sul Nera, compaiono anche Loro Piceno e San Ginesio.

Il professor Emanuele Tondi (nella foto), direttore sede Ingv dell’università di Camerino, spiega a cosa è dovuto. Spiega che l’ultimo terremoto con epicentro San Ginesio è avvenuto in una zona esterna alla sequenza del 2016. Evidenzia poi come, in un territorio come il nostro, sia fondamentale la prevenzione, ricordando ad esempio che attualmente è possibile usufruire del Sisma bonus.

Professore, quante scosse sono state registrate con epicentro nella nostra provincia negli ultimi tre mesi?

"Diverse decine, ma sono state avvertite dalla popolazione solo quelle di magnitudo maggiore, e in particolare i due eventi di magnitudo 3.1 e 3.3 verificatisi l’11 e il 18 aprile a Valfornace (la frazione di Fiordimonte si trova nel Comune di Valfornace, ndr), e l’ultimo alle 5.12 di ieri a San Ginesio".

Cosa sta succedendo?

"In realtà nulla di particolare, nel senso che la zona è sismica e il verificarsi di terremoti è, purtroppo, normale. A Valfornace i terremoti sono legati alla sequenza sismica del 2016. Anche se sono passati più di 4 anni da quelli più forti, la sequenza sismica non è ancora terminata e la sismicità in tutta l’area è ancora maggiore rispetto a quella del periodo precedente il 24 agosto 2016. Il volume crostale destabilizzato è molto grande e ci vuole molto tempo prima che si torni a tassi di sismicità standard. Per quanto riguarda l’ultimo terremoto con epicentro San Ginesio, questo è avvenuto in una zona esterna alla sequenza del 2016. Sono altre faglie, generalmente più profonde rispetto a quelle presenti lungo la dorsale appenninica e spesso generano sciami sismici con terremoti di piccola magnitudo. Sia nel 2010 che nel 2012 in questa zona, che si estende fino a Loro Piceno, si sono avuti sciami sismici con diversi terremoti di magnitudo compresa tra 3.0 e 4.0. In passato, a San Ginesio i danni maggiori si sono verificati nel 1799 con il terremoto detto ’di Camerino’ e nel 1873 con un evento locale di magnitudo stimata intorno a 5.5".

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Come si può fare prevenzione?

"Come già detto, la zona è sismica e quindi non potremmo che aspettarci altri terremoti. La prevenzione si fa assicurandosi che gli edifici che si abitano o si frequentano non siano vulnerabili ai terremoti. Occorre informarsi consultando il proprio progettista e, nel caso l’edificio risultasse vulnerabile, bisogna provvedere. Per esempio, in questo periodo è possibile usufruire del sisma bonus".