Tre medici e una decina di infermieri I no vax verso il rientro in corsia

Due dottori a Macerata e uno a Civitanova ancora sospesi, ma il ministero vara il cambio di rotta. La direttrice Corsi: "Scelta non rispettosa nei confronti di chi si è vaccinato, ho fiducia totale nel siero"

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di Paola Pagnanelli

Potrebbe essere eliminato l’obbligo vaccinale per il personale ospedaliero. Se ne parlerà domani al consiglio dei ministri. Le anticipazioni parlano di un cambio di rotta rispetto al passato, per i sanitari no vax. Ma in concreto cosa significa, per gli ospedali della provincia? "Abbiamo ancora tre medici, due a Macerata e uno a Civitanova, sospesi dalle loro funzioni e dirottati su altre, e una decina di infermieri che non si sono vaccinati", risponde la direttrice generale dell’Area vasta 3, Daniela Corsi. Cifre che, soprattutto per quanto riguarda i medici, non risolvono certo la carenza di organico di cui soffre la sanità.

"Prima erano di più – prosegue la direttrice –, poi qualcuno si è vaccinato e altri si sono ammalati. Ora si parla di recuperare questi professionisti, anche se mi sembrerebbe un po’ contraddittorio: non mi sembra rispettoso nei confronti di chi si è vaccinato, e poi dobbiamo considerare che noi abbiamo una numerosa popolazione anziana, che indipendentemente dalle patologie è già fragile". Il personale non vaccinato potrebbe essere un rischio. "L’opinione sui vaccini non cambia, lo dico da direttore e da medico che ha combattuto il Covid: resta la fiducia totale verso questi strumenti di prevenzione".

"È ancora tutto da vedere", premette il presidente dell’Ordine dei medici, che in provincia, su 1.200 iscritti, conta un 10-12 per cento di non vaccinati, tra i quali però anche pensionati. "L’Ordine si adeguerà alla legge, non potrebbe fare diversamente. Certo, visto che l’emergenza sanitaria finirà il 31 dicembre, si sarebbe potuto aspettare quel termine". Il dietrofront annunciato non suscita grande entusiasmo comunque. "La malattia è ancora presente, non con la gravità che avevano la prima e la seconda ondata: prima la mortalità era del 19-20 per cento, ora è scesa allo 0,5 per cento. Ma noi non sappiamo la causa di questo calo, non sappiamo se sia dovuto a una riduzione della veemenza del virus, o al fatto che il 90 per cento della popolazione è vaccinato. Da medico e presidente dell’Ordine, non ritengo opportuno che un medico non vaccinato possa entrate in contatto con persone fragili, anche se vaccinate, che possono essere esposte a una infiammazione da coronavirus. Anche le mascherine Ffp2 devono ancora essere indossate in situazioni di estremo assembramento, o quando si è a contatto con soggetti fragili".

"Non vedo – prosegue Mari – come il personale no vax possa lavorare con pazienti in anestesia e rianimazione, o in geriatria, o nell’area critica della pneumologia. L’impressione però è che il ministro Schillaci, pur essendo medico e anche ex rettore, sia entrato a gamba tesa nel gioco politico. Comunque, staremo a vedere se quelle che per ora sono illazioni si concretizzeranno, e rispetteremo la legge come abbiamo sempre fatto". Anche per il presidente dell’Ordine, il mutamento politico non tocca sulla sostanza del giudizio nei confronti del vaccino, "che è eccezionale, con una parte che consolida la prima vaccinazione, e un’altra parte per le varianti. È un’ottima copertura, sarebbe un errore non farlo".