"Two sound portrait, la musica della natura"

La gola dell’Infernaccio, l’alba di Castelluccio e le antiche botteghe dei vasai: Savoretti e Mina alla scoperta dei suoni tradizionali

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RECANATI

di Chiara Sentimenti

Il suono dell’acqua registrato alle gole dell’Infernaccio, i rumori dell’alba a Castelluccio, ma anche quelli delle botteghe dei vasai di Montottone e dei ramai di Force. Suoni spesso non percepiti, o ai quali non si presta attenzione, che sono stati combinati con le timbriche degli strumenti tradizionali e l’utilizzo dell’elettronica per dare vita a un progetto unico: "Two sound portrait". A portarlo in scena, domani alle 21 sui canali social, saranno il musicista recanatese Francesco Savoretti (percussioni ed elettronica) e il riminese Fabio Mina (flauto ed elettronica) col regista Andrea Marinelli. Un progetto innovativo, realizzato nell’ambito di "Marche palcoscenico aperto. I mestieri dello spettacolo non si fermano", promosso dall’assessorato alla cultura della Regione e dall’Amat. Francesco Savoretti, com’è nata l’idea di "Two sound portrait"?

"Due ritratti di un unico suono, perché l’idea è stata di fare una ricerca e mettere in relazione i suoni di un ambiente naturale con quelli di una bottega artigianale. Sono quei suoni marginali, mai catalogati, ma che integrati possono dare vita a una nuova forma compositiva. Inoltre, il suono rimanda ad antichi ricordi, relazioni che si creavano all’interno di quelle botteghe in cui siamo stati e che consentono una piena e nuova immersione in quegli spazi. In questo senso, l’arte potrebbe essere un mezzo ulteriore verso una nuova consapevolezza e scoperta di luoghi che si stanno spopolando e rischiano l’abbandono". Ci racconta i luoghi nei quali avete registrato?

"Abbiamo provato una grande emozione quando siamo stati a registrare il rumore dell’acqua alle gole dell’Infernaccio, poi abbiamo visto l’alba a Castelluccio con il risveglio della vallata accompagnato soltanto dai suoni naturali, in totale assenza dell’intervento umano. Per quanto riguarda le botteghe, invece, siamo stati a Montottone dalla famiglia dei vasai Bozzi, che quest’anno compie centocinquanta anni sempre in quello spazio, e infine dai ramai di Force, grazie all’associazione "Terra Vita" e a Valeria Tanucci, che è stata il nostro tramite per conoscere il mondo di artigiani". Una volta raccolti tutti questi suoni, come li avete mixati? "Con Fabio Mina siamo stati per tre giorni in un rifugio a valle Scurosa, dove i suoni che avevamo registrato sono stati tagliati e amplificati per costruire un canovaccio sul quale poi, io con le percussioni e Fabio con il flauto, abbiamo inserito la nostra improvvisazione. Quindi, c’è una vera commistione tra la base dei suoni registrati all’esterno, sia naturalistici che delle botteghe, e la nostra parte musicale di improvvisazione, perché entrambe sono legate ai suoni tradizionali. Il tutto è stato raccolto in un video di una trentina di minuti, realizzato da Andrea Marinelli, che sarà presentato sabato e successivamente, probabilmente in estate o in autunno, stiamo pensando anche a un disco. Abbiamo registrato nove brani: alcuni partono proprio da questi suoni, mentre altri, invece, sono delle composizioni nostre. Noi siamo già in contatto con alcune case discografiche.