"Università: il concorso si deve fare"

Ricercatore in Diritto tributario: il Consiglio di Stato ha annullato la revoca e ora se ne occuperà un commissario ad acta

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di Paola Pagnanelli

Il concorso per ricercatore in Diritto tributario si deve fare, e non ci penserà più l’Università di Macerata ma un commissario ad acta nominato dal Consiglio di Stato. Si chiude così, per ora, una vicenda durata 12 anni.

Nel 2010 l’università indice un concorso per un posto da ricercatore in diritto tributario. Vince Valeria Nucera. Un altro candidato, Paolo Stizza, difeso dall’avvocato Mario Cavallaro si rivolge al Tar, che ordina di riesaminare i concorrenti. Alla seconda valutazione, vince di nuovo Nucera, assunta nel 2015. Ma Stizza fa di nuovo ricorso. Il Tar gli dà torto, invece il Consiglio di Stato, nel 2017, gli dà ragione: l’università avrebbe dovuto nominare una commissione diversa, e invece non lo aveva fatto. Sia Nucera sia Stizza si rivolgono al Consiglio di Stato per l’ottemperanza della sentenza, e i giudici danno a Unimc due mesi per rifare la selezione con una nuova commissione. A quel punto l’ateneo nomina i professori Rivetti di Unimc, Lupi di Roma Tor Vergata e Carinci dell’Università di Bologna. Tra proroghe e rinvii passano due anni, e nel febbraio 2021 Rivetti si dimette. A luglio il consiglio di amministrazione di Unimc revoca il concorso, e a settembre il responsabile risorse umane lo comunica ai candidati. Nucera e Stizza fanno di nuovo ricorso: la sentenza del tribunale amministrativo era stata del tutto disattesa. Stizza, in particolare, contesta davanti al Tar la revoca del concorso, e segnala al Consiglio di Stato la violazione o elusione del giudicato di quello stesso tribunale. E lo scorso aprile, appunto, il Consiglio di Stato ha annullato la revoca disposta da Unimc. L’università, scrivono i giudici, "aveva un obbligo di nominare una nuova commissione, per una rinnovata valutazione dei ricorrenti". La revoca è possibile per motivi successivi, spiegano ancora, ma non per violare l’ordine dell’autorità giudiziaria di concludere un concorso che non era terminato solo "per i ritardi e gli errori della stessa amministrazione". Rispondendo alla difesa di Unimc, scrivono che "le dimissioni del professor Rivetti non sono un motivo per l’autotutela, così come il lungo decorso del tempo dall’indizione del concorso. La commissione avrebbe potuto essere integrata o sostituita". Ad aprile 2016, peraltro, a Diritto tributario era stato chiamato lo stesso Rivetti, che prima era docente di ecclesiastico. Il Consiglio di Stato segnala anche che il rettore non aveva motivato la revoca dal punto di vista delle esigenze del personale o finanziario, visto poi che il posto da ricercatore era anche del tutto finanziato dal Miur. I giudici parlano di "agire reiteratamente capzioso, equivoco, contradittorio, lesivo del canone di buona amministrazione e dell’affidamento riposto dai privati sulla correttezza dei pubblici poteri". La sentenza definitiva è "un vincolo alla discrezionalità amministrativa. La revoca della procedura, assunta in violazione del giudicato, deve essere dichiarata nulla". Il collegio dunque ha nominato commissario ad acta il capo di gabinetto del ministro dell’Istruzione per indicare, entro due mesi, la nuova commissione. E l’ateneo è stato anche condannato a pagare le spese.