"Visite gratuite dagli osteopati? Servono garanzie sulla formazione"

"L’offerta di una seduta osteopatica gratuita potrebbe rappresentare un ammirevole contributo nel caso in cui si disponesse di un albo professionale di operatori convalidati a cui indirizzare gli utenti. In assenza attuale dello stesso riferimento, questa strategia potrebbe orientarsi alla mera promozione autoreferenziale, volta a confermare la deregolamentazione piuttosto che a sollecitare la definizione di idonee". È quanto sostiene Luigi Ciullo, presidente dell’Adoe (Associazione degli osteopati esclusivi), con polemico riferimento all’iniziativa promossa dal Roi (Registro osteopati d’Italia). Quest’ultimo, infatti, in occasione della Settimana internazionale dell’osteopatia (18-24 aprile) ha annunciato che in provincia otto studi apriranno le porte per una visita gratuita a tutti i pazienti che soffrono di disturbi da long Covid, oppure di malattie croniche peggiorate in seguito alle restrizioni per contenere la pandemia. L’Adoe, però, sottolinea che va considerato come "la competenza degli osteopati non sia stata ancora accertata ai fini della somministrazione delle cure offerte e per l’iscrizione a un regolare albo professionale. Ne consegue che molti soggetti possano tutt’oggi definirsi osteopati seppur privi dei requisiti legali della formazione. È essenziale selezionare solo professionisti che abbiano frequentato corsi di studi autorizzati". La prudenza, quindi, è d’obbligo, "essendo attualmente contestabili ai sensi di legge molti degli osteopati iscritti ad associazioni private che sostengono iniziative promozionali di carattere commerciale".